Avvistato lupo a Valleve, i cacciatori: ”diffusione consistente pericolosa per ambiente e agricoltori”

Avvistato un lupo sulle montagne della Valle Brembana grazie alla fototrappola di Stefano Locatelli, posizionata a Valleve.
11 Aprile 2018

Avvistato un lupo sulle montagne della Valle Brembana, forse si tratta di una femmina, grazie ad una fotografia catturata dalla fototrappola di Stefano Locatelli posizionata a Valleve.

Lo scatto è stato effettuato nella notte fra il 2 e il 3 aprile. Il giorno prima, l'1 aprile – come riporta oggi l'Eco di Bergamo – un'altra foto scattata dalla fototrappola di Locatelli aveva immortalato invece due animali, ma non è chiaro se il secondo, più lontano, fosse un lupo. 

Secondo alcune ricostruzioni, il lupo (o i lupi) potrebbero aver sbranato alcuni caprioli le cui carcasse sono state ritrovate sul territorio di Branzi. Alcune feci ritrovate vicini alle carcasse di capriolo sono state inviate al centro analisi di Missouri, nel Montana (USA) come prevede il progetto Life Wolf Alps a cui aderisce anche la Regione Lombardia. 

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La stessa Regione sta lavorando ad un progetto di informazione e prevenzione dei rischi sulla presenza dei lupi, con possibilità di chiedere eventuali indennizzi. per danni subiti dai grossi canidi selvatici. “La loro presenza è monitorata e in rapida evoluzione – spiega Elisabetta Rossi della direzione Ambientale della Regione Lombardia – Ovvio che la sua diffusione potrà creare situazioni conflittuali con il territorio. Per questo, come Regione, siamo impegnati in opere di prevenzione del rischio, di comunicazione e indennizzo in caso di danni”.

Cacciatori e agricoltori “Come i cinghiali, i lupi non sono autoctoni – spiega Alessandro Balestra, presidente del comprensorio venatorio alpino della Valle Brembana – La nostra posizione è quanto meno critica: non è una specie cacciabile e preda ungulati, la cui presenza, invece, come cacciatori, siamo impegnati a gestire in modo sostenibile. Naturalmente dipende dai numeri, ma una diffusione consistente costituirebbe un disturbo all'equilibrio ambientale, oltre che un pericolo per gli agricoltori che rappresentano il presidio più importante sul territorio”.

(Fonte Immagine: Stefano Locatelli)

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