Estensione sovracanone impianti idroelettrici, ricorso respinto: nuove risorse per i Consorzi BIM

Il presidente del FederBim, Carlo Personeni: ''La nostra tenacia è stata premiata. Nuove ed importanti risorse per i Consorzi Bim interessati''.
21 Giugno 2018

“Viva la montagna, la nostra tenacia è stata premiata”. Questo il commento di Carlo Personeni, presidente di FederBim, in merito alla recente sentenza della Cassazione che ha rigettato i ricorsi di Enel Green Power (EGP) contro la legge 228/2012 art.1 co.137 della Legge di Stabilità del 2013, che prevede l’estensione del sovracanone a tutti gli impianti che hanno opere di presa nei territori dei Comuni compresi in un Bacino Imbrifero Montano, a prescindere dal rilievo altimetrico; quindi, anche agli impianti posti nei Comuni rivieraschi non montani.

Dopo cinque anni di contenzioso, quindi, la Legge di Stabilità 2013 riprende appieno il suo corso, abolendo le limitazioni al pagamento del sovracanone ottenute dalle forti pressioni esercitate dopo l’approvazione della legge 959/1953 dai produttori elettrici e proseguite per decenni.  L’eliminazione della barriera altimetrica concessa nel 1956 dal Governo di allora, a favore dei produttori idroelettrici, è stata un’intuizione del 2011, fortemente voluta da Carlo Personeni, presidente nazionale di Federbim e presidente del Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como e fiumi Brembo e Serio: “Federbim, quale sindacato dei Consorzi BIM, nell’interesse di tutti i Comuni rivieraschi coinvolti, ha creduto fortemente nell’abrogazione di un privilegio nato temporaneo e durato più di 50 anni. Infatti, erano limitazioni e parametrazioni “provvisorie”, mai confermate e rese ufficiali da una legge successiva. E proprio cavalcando questa provvisorietà ci siamo lanciati in una forte battaglia politica, per rivendicare il pieno riconoscimento del sovracanone. Grazie alle nostre pressioni e sollecitazioni, siamo riusciti a far presentare a diversi parlamentari nel 2012 un emendamento ad hoc alla Legge di Stabilità 2013, che poi è diventata legge dello Stato, decretando così che “i sovracanoni idroelettrici sono estesi a tutti gli impianti di produzione di energia idroelettrica che rientrano nel perimetro dei Consorzi BIM, a prescindere dalle loro altezze”.

Per i territori del nostro Bacino Imbrifero Montano del Lago di Como e fiumi Brembo e Serio, per esempio, tutti gli impianti posti sotto la soglia dei 500 metri sul livello del mare risultavano esenti da sovracanone. La Legge di Stabilità 2013, invece, poneva termine a questa limitazione e, quindi, tutti gli impianti che rientrano nel perimetro del nostro Bacino Imbrifero Montano concorrono alla determinazione del sovracanone, a compensazione dell’utilizzo delle risorse naturali presenti nei territori del Bacino Imbrifero”. 

“Già nel 2013 tutto questo rappresentava un traguardo storico per i Consorzi BIM e i loro Comuni – continua Personeni –  Ma il grido di gioia si era subito strozzato, per i ricorsi presentati dai produttori privati contro la norma, contenuta nella Legge di Stabilità 2013 e confermata in via interpretativa con il Collegato ambientale del 2015. I ricorsi vedevano coinvolti il Consorzio BIM Brembo Serio Lago di Como di Bergamo, il Consorzio dell'Adda di Sondrio e il Consorzio Adige di Verona. E la Federbim è intervenuta in tutti e tre i casi ad adiuvandum. Ora, però, la Cassazione li ha rigettati, ponendo dunque la parola fine sulla vicenda e sancendo definitivamente la legittimità – sotto il profilo costituzionale e comunitario – della norma che ha introdotto i sovracanoni anche per gli impianti posti al di fuori del perimetro (quindi nei Comuni rivieraschi). In forza di tale pronuncia i Consorzi BIM devono ora provvedere a richiedere a EGP il pagamento dei sovracanoni a far data dal 2013, quando cioè questa vicenda ha avuto inizio con i ricorsi prima al TRAP di Milano poi al TSAP di Roma”.

Molto soddisfatto il Presidente di Federbim Carlo Personeni, che sottolinea: “Il risultato è un memorabile successo ottenuto esclusivamente grazie all’operato di Federbim. Dopo una vicenda giudiziaria lunga 5 anni, oggi il diritto dei Comuni montani – singoli o associati in consorzi – di percepire i sovracanoni in relazione a tutti gli impianti presenti, a prescindere dal rilievo altimetrico, non può più essere messo in discussione. Ma ciò che più conta è che ora i Consorzi BIM interessati hanno nuove ed importanti risorse da destinare alle loro comunità”.

“Secondo un nostro conteggio approssimativo – prosegue Personeni – la piena estensione del sovracanone dovrebbe far entrare nelle loro casse, considerato anche gli arretrati, quasi 40 milioni di euro. In particolare, per il Consorzio BIM di Bergamo, da una prima stima effettuata dai nostri uffici, dal 2013 risulterebbero esigibili sovracanoni, per gli impianti dei territori sino ad oggi esclusi, per un valore non inferiore a 1,7 milioni di euro all’anno: oltre ad arretrati, poco meno di 8 milioni. Importo notevolissimo, di esclusiva competenza dei Comuni, da destinare in conto capitale per lo sviluppo socio-economico dei territori di montagna e delle comunità locali che fanno parte del nostro Consorzio. Ancora una volta, è stato determinante il lavoro svolto dalla nostra Federazione Nazionale, per far riconoscere ai nostri territori quanto ad essi spetta di diritto da oltre 60 anni”.

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