Papa Giovanni di Bergamo, tra i migliori ospedali d’Italia per interventi al cuore dei bambini

L'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo non solo è uno dei migliori ospedali italiani in cui nascere ma è anche nella top ten per quanto riguarda gli interventi al cuore per bambini.
6 Dicembre 2018

L'ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo non solo è uno dei migliori ospedali italiani in cui nascere ma è anche nella top ten per quanto riguarda gli interventi al cuore dei bambini.

Nel mondo ci sono circa 5 milioni di bambini cardiopatici nel mondo, e in Italia, ne nascono circa 4.500 all’anno. “Le cardiopatie congenite sono la terza causa di morte in età pediatrica nel pianeta dopo infezioni e malnutrizione. Quasi 2 milioni di bambini muoiono ogni anno a causa di queste malformazioni nonostante i progressi della medicina abbiano abbattuto la mortalità nei Paesi avanzati”, spiega Alessandro Frigiola, direttore della cardiochirurgia del Policlinico di San Donato.

Al 1° posto in Italia, per numero di interventi di cardiochirurgia pediatrica, c’è il Policlinico San Donato – Gruppo San Donato di San Donato Milanese. Seguono: 2° l’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù di Roma, 3° il Policlinico Sant’Orsola – Malpighi di Bologna, 4° l’Azienda Ospedaliera dei Colli – Monaldi di Napoli, 5° la Fondazione Gabriele Monasterio – stabilimento ospedaliero di Massa – Osp. del Cuore G. Pasquinucci, 6° l’Ospedale Infantile Regina Margherita di Torino, 7° l’Ospedale di Padova, 8° l’Istituto Gianna Gaslini di Genova, 9° l’Ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo (secondo in Lombardia), 10° l’Azienda Ospedaliera Universitaria Ospedali Riuniti Ancona “G. M. Lancisi” e il Presidio Ospedaliero San Vincenzo di Taormina.

“Quarant’anni fa, i bambini che nascevano con una cardiopatia complessa avevano ovunque poche speranze di sopravvivenza – prosegue Frigiola – . In Italia, negli anni ’70, la mortalità superava il 70-80%; oggi, invece, risulta inferiore al 5%. Il quadro cambia, però, nei paesi in via di sviluppo, dove mancano medici e strutture ospedaliere. In Africa, ad esempio, la mortalità arriva ancora al 50-60%”.

Il cuore si forma nei primi cinquantacinque giorni di vita embrio-fetale. È in questa fase che, circa otto volte su mille, si generano difetti di varia entità, da piccole anomalie a forme incompatibili con la vita. Le cardiopatie congenite sono malformazioni che coinvolgono il cuore e i grossi vasi. Si dividono in semplici, quando si limitano a un difetto dei setti cardiaci (difetto interatriale, difetto intraventricolare, dotto di Botallo), o complesse, se i difetti sono multipli e associati tra loro. Quarant’anni fa, i bambini che nascevano con una cardiopatia complessa avevano ovunque poche speranze di sopravvivenza.

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