San Siro trema, Atalanta un pari che sta stretto

Un risultato importante, dopo l'iniziale sbandata che resta una specialità della casa così come la maledizione dei calci di rigore
11 Gennaio 2020

Un risultato importante, dopo l'iniziale sbandata che resta una specialità della casa così come la maledizione dei calci di rigore. Pareggio fra grandi squadre a San Siro, dove il derby fra le due squadre lombarde finisce 1-1, dopo emozioni a getto continuo.

L'annuncio delle formazioni regala la prima emozione di serata: in campo dal 1' (dopp oltre tre mesi) c'è Zapata al centro dell'attacco, supportato da Gomez ed Ilicic, mentre a metà campo Gasperini preferisce Pasalic a Freuler. Sulle fasce fiducia rinnovata ad Hateboer a destra, che vince l'ipotetico ballottaggio con Castagne. Conte schiera Godin in difesa e l'ex Gagliardini a metà campo al posto degli squalificati Skriniar e Barella.

San Siro fa il pienone e almeno 3000 sono i bergamaschi sugli spalti. L'inizio è per cuori firti: dopo 20 secondi Lukaku colpisce il palo alla sinistra di Gollini (ma il gioco era stato fermato) mentre al 3' Lautaro Martinez fulmina Gollini dopo bel fraseggio verticale con Lukaku e, soprattutto, intervento “molle” e sfortunato di Toloi. Il vantaggio dei padroni di casa non cambia il tema tattico dell'incontro, con l'Atalanta a far gioco e l'Inter incisiva nelle ripartenze (guai, per Conte, a chiamarlo contropiede).

Le occasioni per il pari non mancano, soprattutto con un inserimento centrale di Pasalic (tiro sbilenco) ed una mischia furibonda a pochi passi dalla linea di porta difesa da Handanovic. L'impressione è quella di uno sgambetto di mano di Lautaro ai danni di Toloi. Le proteste atalantine non smuovono Rocchi e il Var e ne sortisce un calcio d'angolo senza esito.

La ripresa è un monologo dell'Atalanta che chiude l'Inter nella propria area, attaccando da ogni parte soprattutto quando Gomez torna a sinistra e viene inserito Malinovskyi che supporta Ilicic e, successivamente, Muriel, subentrato a Zapata. Il pareggio appare inevitabile e arriva per un colpo felino di Gosens che sorprende sottomisura Candreva e Handanovic, dopo un cross deviato di Ilicic.

L'Inter appare alle corde e nemmeno gli ingressi di Politano al posto di Lautaro e di Borja Valero aiutano Conte ad uscire dal bunker. Arriva un palo clamoroso di Malinovskyi con eurotiro da fuori, un'azione da 40 tocchi che si chiude con colpo di testa di Muriel, una traversa di Gomez (ma come per Lukaku in apertura il gioco era fermo) e soprattutto un calcio di rigore sbagliato. Il fallo ingenuo, ma evidente,  è di Bastoni su Malinowskyi. Il tiro, ottimo, di Muriel e la parata, strepitosa, di Handanovic che allunga il braccio all'infinito e smanaccia alla sua destra.

Resta un pizzico di amaro in bocca, ma anche una certezza: la Dea è davvero da Champions. Anche in campionato.

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