Val Brembilla saluta Mario Pesenti, capogruppo degli Alpini: ”Mario era la comunità”

Un malore ha colto improvvisamente Mario Pesenti, 71 anni e capogruppo degli Alpini di Val Brembilla.
3 Marzo 2020

Nella tarda serata di domenica 1 marzo Mario Pesenti, capogruppo delle penne nere di Val Brembilla, “è andato avanti” – come dicono gli Alpini. Un malore lo ha colto improvvisamente. 71 anni e artigliere di montagna, Mario è ricordato dai suoi compagni come un uomo dalla grande forza d'animo, “che ha fatto tanto per la nostra comunità” come ha affermato Filippo Genini, suo vice.

I funerali saranno celebrati nel pomeriggio di oggi, in forma privata. “Non lo potremo nemmeno salutare con un doveroso omaggio – ha aggiunto – L'ultimo saluto sarà in forma privata, niente gagliardetti e niente corteo. Mario se ne andrà in punta di piedi, come spesso accade ai grandi uomini”. Il feretro si trova ora nella sede degli Alpini, in via Villaggio Europa, e vi resterà fino al pomeriggio di oggi, alle 15. A celebrare l'ultimo saluto don Cesare Micheletti nella chiesa parrocchiale di Val Brembilla, a cui potranno prendere parte solo la moglia Eglia, le due figlie Alida e Giovanna ed i parenti più stretti.

Mario era al suo secondo mandato come capogruppo. “Una presenza fissa in cucina nella nostra sede e nelle nostre feste – ha ricordato Filippo – per questo era conosciuto come “Mario della polenta”. Spingeva sempre per coinvolgere i più giovani ed il suo motto simpatico era “so mia che a fa bau-bau, micio-micio”. Un vero uomo del fare”. Mario aveva lavorato in una torneria, fino alla pensione. Nella costruzione della nuova sede delle Penne Nere vi è anche il suo contributo.

Era un personaggio emblematico della comunità – ha aggiunto il sindaco Damiano ZambelliAnzi, era la comunità, perché da sempre era animatore delle feste e ci teneva a fare gruppo con tutti. Un vero Alpino, semplice, saggio e di una umanità travolgere. Se adesso dovremo fare un funerale ristretto, quando sarà passata la bufera organizzeremo con tutti gli Alpini un giusto ed esemplare tributo”.

(Fonte: L'Eco di Bergamo)

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