Palazzago, discriminatoria la multa a chi accoglie profughi senza avvisare il Comune? Secondo il giudice no

Nell'agosto 2017 a Palazzago un'ordinanza per monitorare i profughi nel territorio del Comune. Cooperativa Ruah e Asgi hanno iniziato un ricorso sulla natura discriminatoria delle direttive, respinto poiché dichiarate legittime dal giudice.
23 Aprile 2019

L'ordinanza di Palazzago per monitorare i profughi nel territorio del Comune è discriminatoria? Secondo il giudice monocratico del tribunale di Bergamo no e, anzi, assicurerebbe una maggiore tutela per gli stessi stranieri. È così che è stato respinto il ricorso avanzato dalla Cooperativa Ruah di Bergamo e dall'Associazione studi giuridici sull'immigrazione (Asgi), che andava a contestare quelle ordinanze sulla regolamentazione e misure di controllo dei richiedenti asilo, datate nell'agosto 2017 nei comuni di Palazzago, Seriate, Palosco, Ardesio e Pontida, indicando il loro carattere discriminatorio.

Le direttive, in alcuni Comuni, erano state ritirare a seguito della richiesta della Prefettura, ma nel caso di Palazzago sono state invece inserite nei regolamenti di Polizia Locale, per cui vigenti ancora oggi nonostante nessun profugo sia mai arrivato nel Comune. Ed è proprio questa l'ordinanza che ha fatto più discutere: rivolta a cittadini e organizzazioni che prendono in carico i profughi, prevede da 2500 a 15 mila euro di multa in caso la norma non venga rispettata. L'obbligo è, da parte dei proprietari di immobili, di comunicare in anticipo all'Amministrazione ogni sottoscrizione dei contratti “di locazione, comodato o concessione di qualsivoglia diritto” degli spazi per accogliere i richiedenti. Ogni 15 giorni, poi, è necessario mandare una relazione al Comune spiegando le persone ospitate, la loro provenienza e lo stato di salute.

“Per noi è stata un'ordinanza antispeculatori su presunti profughi – spiega il sindaco di Palazzago Michele Jacobelli a L'Eco di Bergamo – Non vi fu e non c'è nessuna discriminazione in quel regolamento”. E il giudice è d'accordo: nella sentenza ha dichiarato che le richieste dei Comuni sarebbero in grado di evitare oggettivamente gli abusi che spesso vengono attuati nei confronti degli stranieri, costretti a vivere in condizioni precarie.

Una regolamentazione con l'obbligo di comunicazione al Comune eviterebbe, di fatto, queste situazioni permettendo di conoscere chiaramente sia la posizione che il numero dei richiedenti asilo. “Prendiamo in atto la decisione del giudice – ha commentato Bruno Goisis, il presidente della Cooperativa Ruah – affidandoci alla decisione della magistratura”.



Ultime Notizie

X
X
linkcross