Ufficiale, la transumanza è patrimonio Unesco: c’è da festeggiare anche nelle nostre valli

Da Bogotà in Colombia, dove si è riunito il Comitato Mondiale dell'Unesco, è arrivato il verdetto: la transumanza è stata inserita nella Lista dei Patrimoni Culturali Immateriali Mondiali dell'Umanità.
12 Dicembre 2019

Da Bogotà in Colombia, dove si è riunito il Comitato Mondiale dell'Unesco, è arrivato il verdetto: la transumanza è stata inserita nella Lista dei Patrimoni Culturali Immateriali Mondiali dell'Umanità. 

Un riconoscimento che ci tocca da vicino, molto vicino. La transumanza è infatti una pratica molto conosciuta nelle nostre valli Brembana e Imagna, e si tratta (per completezza di informazione) del trasferimento delle mandrie o delle greggi verso i pascoli di montagna nella stagione estiva, e verso i pascoli a valle, nella stagione invernale. Una tradizione importante, portata avanti da pastori che – come si legge nel dossier di candidatura – “hanno una conoscenza approfondita dell'ambiente, dell'equilibrio ecologico tra uomo e natura e dei cambiamenti climatici: si tratta infatti di uno dei metodi di allevamento più sostenibili ed efficienti”. La proposta è stata portata avanti dal governo italiano – capofila insieme a Grecia e Austria – e presentata e formalizzata a Parigi il 27 marzo 2018.

L'idea di candidare la transumanza è partita nel 2015 su iniziativa di un gruppo di azione locale del Molise, che ha chiamato a raccolta tutti i pastori transumanti locali, a cui di seguito hanno risposto anche i colleghi di Campania, Lazio, Puglia e Abruzzo. A decidere i delegati di 24 Stati: Armenia, Austria, Azerbaijan, Cameroon, Cina, Colombia, Cuba, Cipro, Djibouti, Guatemala, Giamaica, Giappone, Kazakhstan, Kuwait, Libano, Mauritius, Olanda, Palestina, Filippine, Polonia, Senegal, Sri Lanka, Togo e Zambia.  

“E' il decimo riconoscimento per l'Italia in questa lista (conquistato il primato ndr)  – sottolinea da Bogotà il curatore del dossier di candidatura, Pier Luigi Petrillo e ci porta il primato mondiale dei riconoscimenti in ambito agro-alimentare, dopo l'iscrizione nel Patrimonio Culturale Immateriale della Dieta Mediterranea, la Pratica della coltivazione della vite ad alberello di Pantelleria, l'Arte del Pizzaiuolo napoletano, della tecnica dei muretti a secco e dei paesaggi vitivinicoli delle Langhe e del Prosecco”.

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