Istituto Superiore Turoldo – Nero Mondiale parte 2

Mentre questa sera la nazionale italiana di calcio torna in campo, contro l'Argentina, dopo la mancata qualificazione ai Mondiali in Russia, lo studente Rinaldi analizza i motivi di quel tonfo del calcio nostrano.
23 Marzo 2018

Testo scritto da Leandro Rinaldi, studente della classe 4^AU Liceo delle Scienze Umane, Istituto Turoldo.

In un articolo precedente a questo (LEGGI QUA) avevamo ripercorso la storia del declino del calcio italiano. In queste situazioni viene spontaneo cercare un colpevole, chiarire chi sia il responsabile del disastro attuale. Proviamo a fare chiarezza sulle ragioni della mancata qualificazione.

In primis, responsabilità pesanti si trovano per quanto riguarda il c.t. Ventura, la punta dell’iceberg: l’allenatore nel pallone, privo di un’idea chiara di gioco e di un curriculum quantomeno adeguato per un compito così gravoso. La partita più importante della sua vita se la gioca a 67 anni per accedere al mondiale. Nel post-partita non si presenta ai microfoni: semplicemente inadatto. Sopra di lui, però, c’è un personaggio con responsabilità ancor più grandi: Carlo Tavecchio, presidente della FIGC, la federazione calcistica nazionale. Già la sua nomina a presidente, avvenuta nel 2014, solleva qualche dubbio a causa di alcune frasi razziste rivolte ai calciatori di colore, definiti “mangia banane”.

Fu proprio il 74enne Tavecchio, il 7 giugno 2016, a nominare Ventura Commissario Tecnico, malgrado questi avesse nel proprio palmarès solo un campionato di C1; paradossalmente, in seguito ai deludenti risultati ottenuti dagli Azzurri, al tecnico genovese venne offerto un rinnovo fino al 2020. Successivamente alla debacle del 13 novembre, si è scatenata una vera guerra contro il commissario tecnico: giornali, televisioni e tifosi sono compatti nel chiederne le dimissioni, che non arrivano. 48 ore dopo la partita il tecnico viene esonerato dalla guida della Nazionale italiana.

Il pressing mediatico tuttavia non si placa. Da più voci, compresa quella il presidente del CONI Giovanni Malagò, vengono chieste le dimissioni anche di Carlo Tavecchio, il quale prova a resistere alle pressioni, attaccandosi con le unghie e con i denti alla propria poltrona; alla fine, il 20 novembre, durante l’assemblea della FIGC, Tavecchio rinuncia al suo incarico, specificando subito dopo in conferenza stampa: “…Ventura non lo ha scelto Tavecchio, Tavecchio paga per Ventura”.

Evidentemente, l’ormai ex presidente FIGC non si considerava responsabile della nomina del CT della nazionale! ( E allora chi lo aveva scelto??). Ricordiamo che proprio a Ventura Tavecchio aveva anche offerto il rinnovo del contratto a settembre. La diagnosi per un caso come questo può essere solo di sdoppiamento della personalità. Il futuro della Federazione Calcio appare incerto. A febbraio è stato nominato il commissario Roberto Fabbricini, mentre Billy Costacurta e Angelo Clarizia sono i due subcomissari, nominati la giunta esecutiva del Coni. Si attende intanto la nomina di un nuovo presidente, sperando in un piano a lunga durata i cui frutti riportino il calcio italiano ad alti livelli.

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