Martina, la studentessa di S.Giovanni scappata dal coronavirus: ”Sui social tante assurdità”

Finalmente a casa. Martina Milesi, studentessa di San Giovanni Bianco, è rientrata domenica 2 febbraio dalla Cina, da giorni in prima pagina per l’epidemia di coronavirus.
5 Febbraio 2020

Finalmente a casa. Martina Milesi, studentessa di San Giovanni Bianco, è rientrata domenica 2 febbraio dalla Cina, da giorni in prima pagina per l’epidemia di coronavirus. “Ero a Nanchino – racconta Martina – dalla fine di agosto. Studio cinese a Bergamo ed ero già andata in Cina durante la laurea triennale, poi sono ritornata per il primo semestre del secondo anno della laurea magistrale.”

La situazione, spiega Martina, era abbastanza tranquilla: “Bisogna considerare che è il periodo del Capodanno cinese, i luoghi pubblici erano chiusi a prescindere, le persone non giravano molto, preferiscono stare in casa con la famiglia. Con il virus, però, hanno cominciato a chiudere tutto. Io vivevo nel campus, c’era solo un ingresso aperto e prima di entrare o uscire bisognava per forza provarsi la temperatura”

Nanchino vanta una popolazione di otto milioni di abitanti, eppure Martina racconta diuna città deserta. Normalmente c’è molta confusione, invece in questi giorni non si vedeva in giro nessuno, nemmeno nei supermercati.” Wuhan, epicentro dell’epidemia, dista diverse centinaia di chilometri da Nanchino, nonostante questo “il pericolo era concepito allo stesso modo ovunque, la gente si è ovviamente spostata prima che mettessero Wuhan in quarantena.”

Una situazione complicata, anche per via della mancanza di informazioni. “Il governo cinese non è aperto, non avevamo tante informazioni. In quanto occidentali, abbiamo avuto accesso ai social (vietati in Cina ndr) e ci siamo informati da lì, le notizie sul numero dei contagi, ad esempio, viaggiavano sull’unico social cinese” , spiega Martina.

Il rientro di Martina era previsto da tempo, ma non per questo è stato un procedimento facile. “Sarei dovuta rientrare il 3 febbraio, all’inizio mi hanno cancellato il volo, dandomene un per il primo febbraio, poi, quando l’Italia ha chiuso i voli diretti provenienti dalla Cina, non sapevo che fare. È stata un situazione difficile, alla fine la compagnia aerea mi ha dato un volo con due scali”.

In questo modo, non ci sono stati problemi.In Italia non mi hanno fatto nessun controllo, nemmeno in Germania, non me lo sarei aspettata. Solo in Cina, prima di partire, mi hanno provato la febbre un paio di volte”. Così, Martina è rientrata in Italia. “Ora devo stare due settimane in casa, non è una misura stretta ma è meglio così, anche se so di non avere nulla”. L’aspetto peggiore, forse, è la disinformazione che Martina ha riscontrato. “Qui sono arrivate informazioni sbagliate e confuse – dice  – la gente sui social scriveva cose assurde, come che se fossimo rientrati avremmo contagiato tutti. A parte ciò, è andato tutto bene”.

Un’esperienza che non intacca la volontà di Martina di proseguire la propria esperienza in Cina. “Ho intenzione di tornare a fine estate. Ovviamente non tornerei nell’immediato futuro, però so che la situazione si risolverà e quando accadrà sarò pronta a tornare”.

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