Addio a Giovanni, da farmacista a birraio full time: aveva fondato il birrificio ”Via Priula”

Prima farmacista, poi uno dei fondatori del birrificio ''Via Priula'' di San Pellegrino Terme. Si è spento a 60 anni Giovanni Fumagalli, stroncato da una polmonite nel primo pomeriggio di giovedì 19 marzo.
20 Marzo 2020

Prima farmacista, poi uno dei fondatori del birrificio “Via Priula” di San Pellegrino Terme. Si è spento a 60 anni Giovanni Fumagalli, stroncato da una polmonite nel primo pomeriggio di giovedì 19 marzo: ricoverato alla Clinica Gavazzeni di Bergamo da qualche giorno, era risultato negativo al tampone per il coronavirus, effettuato qualche giorni prima. Residente a Bergamo, lascia la moglie Isabella, i due figli, Camilla e Francesco, ed un vuoto incolmabile in Valle Brembana, dove era conosciuto grazie al suo birrificio brembano e in via Pitentino a Bergamo, dove aveva lavorato fino a poche settimane fa.

Si è ammalato – ha ricordato il cugino Mario Micheli, farmacista di San Pellegrino, a L'Eco di Bergamo – Ma si sentiva forte, tanto che durante quei giorni era andato pure ad arrampicare, una delle sue passioni. Le condizioni poi sono peggiorate, sei giorni fa è stato ricoverato alla Gavazzeni, in terapia subintensiva”. Laureato come farmacista negli anni '80 – attività ereditata dal padre Alberto e dal nonno Ermanno, nel '92 ha iniziato ad appassionarsi alla produzione di birre in casa. Nel 2010 decide di dedicarsi completamente all'arte della birra, fondando insieme all'amico Mauro Zilli il marchio di birra artigianale locale “Via Priula”, a San Pellegrino prima e a Bergamo successivamente.

Da dilettante a mastro birraio: dalla sua esperienza nascono 13 etichette, come la Loertìs (“luppolo” in bergamasco), la Bacio (che prende il nome da un elisir del '900 prodotto dal nonno) e la Camoz, un omaggio all'amico e guida alpina Bruno Tasso. La sua maestria ed il birrificio si fanno strada con gli anni nel mondo dei concorsi, sbancando grazie alla qualità eccelsa dei prodotti e arrivando perfino in Giappone e sui banconi dei pub di Londra. Senza scordare i festival e le iniziative, come il “Beerghem” – che ogni anno riunisce le produzioni orobiche lungo il viale principale di San Pellegrino Terme.

Era diventato un grande imprenditore, dalla straordinaria creatività” ha raccontato il cugino Mario, svelando anche un curioso aneddoto su Giovanni. “Era adolescente – ha ricordato – quando interpretò il figlio del padrone ne “L'Albero degli zoccoli” di Olmi. C'è una scena in cui canta un motivo inventato proprio da lui. Il padre Alberto era consulente di Olmi e quando sentì Giovanni cantare quella canzone volle portarla anche nel film”. Sportivo, appassionato scalatore e scialpinista, anche il gruppo “Camosci” da lui fondato ha voluto ricordare l'amico: “È stata una vera forza della natura, non si fermava mai. Troppo avanti, troppo temerario per non realizzare i suoi sogni. Lo ringrazieremo sempre. Lui fondò il nostro gruppo”.

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