Coronavirus, emergenza pensioni alle Poste: molti preferiscono il ritiro in contanti

Preoccupazione dei sindacati bergamaschi per l’appuntamento di inizio marzo. Circa 20.000 persone da lunedì si recheranno agli sportelli
29 Febbraio 2020

Arriva marzo, e con lui il pagamento delle pensioni, situazione che in tempi di Coronavirus mette gli operatori di Poste Italiane in apprensione. CISL SLP ha chiesto nei giorni scorsi un incontro per sapere come l’azienda abbia intenzione di muoversi, e giovedì 27 febbraio Poste Italiane ha comunicato che “in considerazione delle prossime scadenze relative al pagamento delle pensioni, è stata disposta l’affissione in tutti gli Uffici Postali di indicazioni utili ad evitare il sovraffollamento da parte della clientela”.

L’azienda locale si è attivata, mancano iniziative più forti a livello centrale al di là della disponibilità ad una riunione in videoconferenza per il pomeriggio del giorno 2 marzo, cioè dopo la conclusione del primo giorno di pagamento delle pensioni”, dice Rossana Pepe, segretaria generale SLP CISL Bergamo. Il sindacato CISL dei lavoratori delle Poste suggerisce di invitare l’utenza ad utilizzare gli strumenti elettronici di pagamento o ritiro di contanti, sollecitando la dirigenza di Poste Italiane ad adeguare opportunamente i cash dispenser in vista dell’auspicabile maggiore utilizzo.

In questa situazione di emergenza, però, vanno tenute presenti anche le condizioni di quei numerosi pensionati a basso reddito che ritirano ancora la pensione in contanti e non si sono ancora attrezzati per altro tipo di pagamento – aggiunge Caterina Delasa, segretaria generale FNP CISL. Sono soprattutto i più anziani, e per questi, che lunedì avranno oggettivo bisogno di ritirare il proprio assegno, vanno studiate azioni utili a limitare le possibilità di contagio che, come si è visto in questi giorni, vede proprio gli anziani tra gli obiettivi più sensibili”.

Secondo i dati INPS, infatti, un terzo dei pensionati ritira la propria mensilità alle Poste, il restante ha un conto corrente bancario. Quindi, secondo i calcoli FNP, su quasi 100.000 pensionati (un terzo del totale) che hanno la pensione alle Poste, sono circa 20.000 quelli che ritirano fisicamente l’assegno agli sportelli.

I trattamenti più ricchi solitamente sono associati a conti correnti e carte di credito, mentre sappiamo che i molti pensionati a basso reddito, continuano a preferire il ritiro allo sportello. Speriamo che si trovino condizioni e modalità perché un passaggio come questo non finisca per comportare nuovi problemi e nuove emergenze”.

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