Coronavirus: ”in montagna nessun rischio, non cancellate le prenotazioni”

Le località sciistiche alpine fanno un appello: in montagna non c'è rischio per il coronavirus. Insieme ai fiocchi di neve, fioccano anche disdette per le prenotazioni.
3 Marzo 2020

L'emergenza da coronavirus ha colpito gran parte del Nord Italia, e non solo. Fra intere città in quarantena e disposizioni ministeriali, esiste però un luogo dove casi di contagio da Covid-19 non si sono ancora registrati: sono le località alpine. Così le grandi regioni, ma anche le nostre piccole Valle Brembana e Valle Imagna con i loro monti allargano le braccia ai turisti: “la nostra è una destinazione sicura, venite a trovarci!” è l'appello unanime. Se, infatti, diversi eventi sono stati annullati e luoghi di aggregazione chiusi, questo non tocca invece gli impianti sciistici, nemmeno quelli della Lombardia – la regione che, ad oggi, conta più contagi.

Anzi. L'ultimo decreto governativo recita: È consentito lo svolgimento delle attività nei comprensori sciistici a condizione che il gestore provveda alla limitazione dell’accesso agli impianti di trasporto chiusi assicurando la presenza di un massimo di persone pari a un terzo della capienza”. Evitare l'affollamento è in ogni caso buona norma, un'accortezza da adottare a prescindere e non solamente sulle piste da sci. Una prova, questa, che andare in montagna a sciare non è un pericolo, ma può invece trasformarsi in un vantaggio.

Le nevicate che hanno imbiancato le cime delle Valle Brembana nel corso degli ultimi giorni hanno creato un'atmosfera ideale per un weekend “in bianco” (più di 60 i cm di neve fresca a Foppolo). Superato il periodo del Carnevale, inoltre, trovare offerte vantaggiose e promozionali non è per nulla complicato. Ma nonostante ciò, il panico da coronavirus ha dato un colpo parecchio pesante in termini economici alle località sciistiche: insieme ai fiocchi di neve, sono fioccate disdette, in particolare dai turisti stranieri spaventati dall'emergenza.

L'impatto sull'economia di questi centri è duro: secondo i dati, in Italia nel corso dell'ultima settimana le cancellazioni per gli alberghi hanno raggiunto il 40%, con picchi addirittura dell'80% dai turisti provenienti dall'estero. Senza contare le strutture che rifiutano in maniera ingiustificata i clienti che provengono dalle “zone gialle”, Bergamo compresa. Il danno nel tempo sarà quantificabile dal 10 al 25%: una batosta.

(Fonte immagine in evidenza: brembanaski.com)

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