Lavoro dopo il diploma: Valli Brembana e Imagna le migliori della Provincia

Se la media provinciale di ragazzi che al termine delle scuole superiori trovano un impiego (con tempi di ricerca variabili) è del 43% sul totale dei diplomati, nelle due valli la percentuale sale addirittura al 62,76%.
5 Ottobre 2017

La provincia di Bergamo ha recentemente reso pubblici i risultati – riguardanti l’ultimo triennio – di una ricerca sull’occupazione giovanile nel nostro territorio. Tra i dati interessanti, spicca un primato di Valle Imagna e Valle Brembana: è qui infatti che si riscontra la percentuale più alta di occupati tra i neo diplomati bergamaschi.

Se la media provinciale di ragazzi che al termine delle scuole superiori trovano un impiego (con tempi di ricerca variabili) è del 43% sul totale dei diplomati, nelle due valli la percentuale sale addirittura al 62,76%. Questo dato è sicuramente una buona notizia, che si spiega con la buona volontà degli ex studenti, ma non solo. Come notano i promotori della ricerca, la presenza dell’istituto alberghiero di San Pellegrino in Valle Brembana è sicuramente un fattore decisivo: questa scuola altamente professionalizzante assicura alte percentuali di impiego ai propri studenti, che possono cominciare la propria carriera di cuochi camerieri e affini senza troppe difficoltà. Infatti la ricerca evidenzia come i giovani neodiplomati vengano impiegati soprattutto nel settore dei servizi alla persona, dove spicca il mestiere di cameriere, un vero evergreen per tutti i giovani alla ricerca del primo impiego provenienti da scuole specifiche e non.

Questi dati complessivamente positivi portano ad un’ulteriore riflessione sul rapporto scuola – lavoro nelle nostre valli. Tra i neodiplomati bergamaschi che hanno trovato un’occupazione solo il 12% proviene da licei: il dato non preoccupa perché gli studenti liceali sono soliti proseguire il proprio percorso educativo iscrivendosi all’università e rimanendo perciò inoccupati per diversi altri anni. Considerando ciò, si può presumere che le alte percentuali di occupazione dei ragazzi della Valle Imagna e della Valle Brembana usciti dalle scuole superiori siano dovute anche ad un minor numero di studenti di liceo sul totale.

Al netto delle preferenze personali, è probabile che ci siano diversi condizionamenti esterni che portano molti ragazzini a privilegiare indirizzi di studio più professionalizzanti al momento della scelta della scuola da frequentare dopo la terza media. La maggior parte dei licei della nostra provincia sono a Bergamo e sappiamo che raggiungere la città con i mezzi pubblici dalle valli – e soprattutto da certi paesi periferici della Valle Brembana/Valle Imagna – comporta levatacce mattutine e rientri a pomeriggio inoltrato, oltre a costi non indifferenti. Come già detto, gli studi liceali hanno il loro sbocco naturale nell’iscrizione all’università: anche questo significa maggiori costi per le famiglie, che vedono rimandata l’emancipazione economica dei figli se questi decidono di portare avanti gli studi.

In tempi di precarietà per tutti, certamente alti dati occupazionali sono una notizia positiva, soprattutto se riguardano i giovani che – come molti studi hanno evidenziato – sono coloro che risentono maggiormente, anche a livello psicologico, dello stato di incertezza dovuto alla disoccupazione e ad un’eccessiva flessibilità lavorativa. Ma in questi tempi in cui il posto fisso è ormai un ricordo di epoche passate e la società è ‘liquida’, senza punti fissi – come diceva Zygmunt Bauman – è altrettanto importante costruirsi una salda cultura con cui si affronterà il mondo con più consapevolezza: e questo si può fare proprio a scuola, senza aver fretta di uscirne troppo presto.  

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