Maltempo, ancora danni per l’agricoltura bergamasca: serre distrutte

Il maltempo ha colpito ancora l’agricoltura bergamasca. Lo rende noto Coldiretti Bergamo in base alle prime rilevazioni effettuate dai tecnici sul territorio.
2 Agosto 2019

Il maltempo ha colpito ancora l’agricoltura bergamasca. Lo rende noto Coldiretti Bergamo in base alle prime rilevazioni effettuate dai tecnici sul territorio, dopo l’arrivo della nuova  perturbazione che sta attraversando la Lombardia.

Questa mattina prima dell’alba – spiega Coldiretti Bergamo –  un temporale con vento molto forte accompagnato da pioggia abbondante e grandine ha colpito Bergamo e hinterland. A Seriate il  maltempo si è abbattuto con violenza sulle serre di un’azienda agricola. “Il danno è notevole – spiega il titolare Giuseppe Pellegrinelli –  La furia del vento ha scoperchiato circa l’80% delle nostre serre. Inoltre le insalate rimaste prive di protezione sono state colpite dalla grandine, solo nei prossimi giorni sapremo se riusciranno a riprendersi”.

Da quando è partita l’estate – sottolinea la Coldiretti su dati ESWD – l’Italia è stata colpita da 462 tempeste di ghiaccio, acqua e vento, il 75% in più rispetto all’anno scorso, con pesanti ripercussioni sulle coltivazioni, l’allevamento e il lavoro degli agricoltori. Un’anomalia climatica evidente nel corso del 2019 che – continua la Coldiretti – è stato segnato da primi mesi dell’anno particolarmente siccitosi ai quali ha fatto seguito un maggio freddo e bagnato, un mese di giugno al secondo posto tra i più caldi ed un mese di luglio segnato da tempeste nella prima metà, alle quali sono seguiti giorni di gran caldo ed ora il ritorno del maltempo al Nord.

Si sta verificando una tendenza alla tropicalizzazione che – conclude la Coldiretti – si evidenzia con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, grandine di maggiore dimensione, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo che compromettono le coltivazioni nei campi con danni per oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra strutture e infrastrutture nelle campagne italiane e perdite della produzione.

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