Operai e fabbriche sul piede di guerra, proteste alla Tenaris Dalmine: ”fermate tutto”

Operai e sindacati sul piede di guerra: all'indomani del decreto firmato dal premier Conte nella serata di ieri, che ha visto la chiusura di gran parte delle attività commerciali escludendo però stabilimenti e fabbriche.
12 Marzo 2020

Operai e sindacati sul piede di guerra: all'indomani del decreto firmato dal premier Conte nella serata di ieri, che ha visto la chiusura di gran parte delle attività commerciali escludendo però stabilimenti e fabbriche. Sono numerosi gli scioperi che si sono registrati in tutto il Nord Italia, dalle province di Mantova e Brescia fino a quella di Bergamo, dove anche gli operati di una ditta di Dalmine hanno scelto di incrociare le braccia contro le decisioni del Governo.

Inaccettabile l'assenza nel nuovo decreto ministeriale di misure ed iniziative volte alla protezione dei lavoratori che stanno garantendo la tenuta economica del Paese in una condizione di grave emergenza – sono le dure parole di Francesca Re David, segretaria generale della Fiom – Chiediamo al Governo la convocazione urgente di un confronto per affrontare la situazione di emergenza dei lavoratori metalmeccanici ed invitiamo le istituzioni a mobilitarsi da subito per iniziative tese a verificare che ai lavoratori siano garantite dalle imprese le condizioni di salute e sicurezza anche attraverso fermate per una riduzione programmata delle produzioni”.

Cgil, Cisl e Uil Lombardia si sono attivate, scrivendo al Presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana e ai componenti del Tavolo di Segreteria del Patto chiedendo un accordo fra organizzazioni datoriali e sindacati per definire la sospensione immediata delle attività nelle aziende che “non sono in grado di realizzare misure di sicurezza e, primariamente, l'identificazione delle aziende che, per la loro attività e produzione di beni e servizi, sono da considerarsi indispensabili nella attuale situazione di grave e crescente emergenza sanitaria e, come tali, da non sospendere”.

Anche Rsu e Rls di Tenaris Dalmine chiede a gran voce ai vertici dell'azienda la sospensione delle attività lavorative, al fine di prevenire contagi. “Sugli impianti ci sono organici sempre più ridotti e le persone sono sempre più sotto stress con seri rischi per la sicurezza delle persone – si legge nel comunicato diffuso dai lavoratori – Inoltre scarseggiano anche alcuni DPI e prodotti per igienizzare le superfici rendendo ancora più difficile la gestione della situazione. Anche noi come RSU di Tenaris Dalmine, come più volte richiesto in queste settimane, riteniamo che fermare tutte le attività non di prima necessità per 15 giorni sia l’unica strada percorribile in questo momento”.

(Fonte: Il Giornale)

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