Problemi abitativi nell’emergenza coronavirus. I sindacati: ”rinegoziare i contratti di affitto”

Per contenere morosità incolpevoli, secondo il SUNIA occorre innanzitutto rinegoziare i contratti di locazione con una rimodulazione dei termini contrattuali almeno temporaneamente.
11 Aprile 2020

Giorno dopo giorno, in questa emergenza sanitaria che ormai è anche già emergenza economica, sono innumerevoli i problemi ascoltati al telefono dagli operatori del SUNIA CGIL, il sindacato degli affittuari e assegnatari di case: 

Difficoltà a pagare l’affitto, magari a seguito della perdita del posto di lavoro, impossibilità di traslocare e trovarsi così a dover pagare due canoni di locazione contemporaneamente, l’assurdità, in particolar modo per gli studenti universitari, di pagare affitti senza nemmeno risiedere nelle case pagate e, infine la grande difficoltà delle persone che, già fragili, nei mesi scorsi avevano presentato domanda di alloggi pubblici e sono ancora in attesa di assegnazione, spesso in solitudine”. Così, Luisella Gagni, responsabile del SUNIA di Bergamo, descrive la situazione di tanti cittadini alle prese con gravi problemi abitativi in queste settimane.

“Ascoltiamo, ad esempio, storie di persone anziane che risiedono in alloggi popolari e che hanno necessità urgente di sostegni economici. Le iniziative che come SUNIA nazionale, regionale e anche territoriale abbiamo messo in campo sono state quelle di aprire interlocuzioni serrate con il Governo, con le Regioni, con Anci, l’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani e con le associazioni dei proprietari di casa per riuscire ad individuare interventi mirati”.

Per contenere morosità incolpevoli, secondo il SUNIA occorre innanzitutto rinegoziare i contratti di locazione con una rimodulazione dei termini contrattuali almeno temporaneamente. Questo deve essere supportato da misure fiscali adeguate e da un Fondo affitti nazionale” prosegue Gagni.

A questo proposito, aggiunge la sindacalista, “l’ordine del giorno approvato il 9 aprile dal Senato (in sede di conversione del DL 18/2020) in materia di misure per il settore abitativo è un atto importante e un segnale preciso. Il SUNIA, ha apprezzato le delibere che Regione Lombardia ha emanato dalla fine di marzo e che riguardano finanziamenti rivolti ai Comuni e ai Piani di zona, la cui gestione viene demandata agli ambiti, ma rimane un giudizio critico perché parte dei finanziamenti non interessano in modo omogeneo la totalità dei Comuni, penalizzando i piccoli. Ulteriore criticità riscontriamo nei tempi con cui verranno elargiti i contributi alle persone in difficoltà, ingabbiati da procedure sicuramente non veloci. Il SUNIA ritiene indispensabile che le misure siano snelle e rapide”.

“C’è, poi apprezzamento anche per la deliberazione di Regione Lombardia del 6 aprile, la n° XI/3035, in cui si prevede di erogare finanziamenti per un contributo di solidarietà agli inquilini delle case pubbliche Aler/ Comunali a sostegno del pagamento del canone di affitto per famiglie in difficoltà. Emergono, tuttavia, perplessità rispetto al finanziamento previsto per il 2020 che risulta inferiore al contributo di solidarietà erogato per il 2019. In questo periodo di grandi incertezze si devono prevedere misure aggiuntive per le politiche della casa. Da sempre il SUNIA e tutti i sindacati delle politiche abitative chiedono a Regione Lombardia di stanziare l’1% del proprio bilancio per un piano strutturale nell’affrontare l’emergenza abitativa. Il diritto al lavoro e il diritto alla casa sono facce della stessa medaglia”.

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