Tassa patrimoniale dopo il coronavirus? Il commercialista: ”Inopportuna ed irrealistica”

Aleggia in queste giorni l'ipotesi di una tassa patrimoniale per affrontare l'emergenza coronavirus e l'inevitabile crisi economica che ne seguirà. Ma è verosimile ed efficace? E, soprattutto, ha senso pensare ad una soluzione tanto drastica?
8 Aprile 2020

Aleggia in queste giorni l'ipotesi di una tassa patrimoniale per affrontare l'emergenza coronavirus e l'inevitabile crisi economica che ne seguirà. Ma è verosimile ed efficace? E, soprattutto, ha senso pensare ad una soluzione tanto drastica in un momento del genere? A risponderci il commercialista Roberto Mazzoleni dello studio Mazzoleni & Partners con sede a Zogno e ad Almè.

Ci risiamo. Ogni occasione è buona per i “pro-Patrimoniale” di riproporre l’introduzione di questa imposta. Negli ultimi tre anni, senza andare troppo indietro col tempo, si sono alzate voci qua e là che proponevano l’istituzione di questa quasi come fosse la panacea per i mali delle finanze pubbliche dell’Italia. 

Ma che significa “tassa patrimoniale”? Tecnicamente significa prelevare forzosamente una percentuale dal saldo attivo dei conti correnti ad una certa data. C’è chi la definisce una azione alla “Robin Hood” – togliere ai ricchi per dare ai poveri – c’è chi la definisce un “furto”. C’è chi poi la chiama “patto di solidarietà”, ma spiegatemi come una tassa – tra l’altro appunto forzosa – possa essere di sinonimo di “patto” , cioè di accordo tra le parti (lo Stato ed i contribuenti…)

Io mi limito a dire: Inopportuna ed irrealistica.

Ed ecco i miei perché:

1) Questo è un momento di emergenza sanitaria che ha – ed avrà – indubbi risvolti di natura economica – per aziende, professionisti e singoli cittadini. In questo momento lo Stato deve mettere in campo tutte le azioni affinché il tessuto economico del nostro Paese ne esca con le minori negatività possibili. In questo scenario, che senso avrebbe mettere la mano nelle tasche di quei soggetti che con l’altra mano stai cercando di aiutare?

2) In una situazione come quella che stiamo vivendo, l’istituzione di una tassa patrimoniale aiuterebbe alla ripartenza dell’economica italiana o creerebbe – come credo – un totale clima di spavento e  di sfiducia nei cittadini? Non credo che serva essere laureati per dare una risposta.

3) La tassa patrimoniale dovrebbe essere solo l’ultima delle ipotesi di finanziamento dello Stato in una situazione di emergenza: lo Stato, quindi, se attuasse una manovra che contemplasse una tassa patrimoniale, certificherebbe senz’altro il fallimento delle altre azioni che dovrebbe fare prima di questa (del tipo : visto che la UE non ci aiuta vado a prendermi i soldi dal popolo).

4) La tassa patrimoniale con il fine “Robin Hood” che senso avrebbe dopo che sono stati emanati provvedimenti (tipo il bonus 600 euro) che sono stati erogati a pioggia (ergo sono stati dati a tutti senza vincoli di reddito, a parte i professionisti con cassa privata ed i collaboratori sportivi)?

5) Che senso ha prevedere lo slittamento del pagamento di un’altra patrimoniale (l’IMU) se poi mi metti quella sui conti correnti? Se lo fai, a me daresti il segnale che non hai proprio le idee chiare.

Insomma, senza esprimere giudizi di natura politica e fermandomi solo sul lato tecnico, credo proprio che il Governo non si butterà in una manovra di natura patrimoniale.

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