Una fila di camion militari spezza il silenzio di Bergamo: ”basta flash mob, lutto nazionale”

Una fila di camion militari, che però non riescono a mimetizzarsi mentre attraversano come un silenzioso corteo le strade di Bergamo.
19 Marzo 2020

Una fila di camion militari, che però non riescono a mimetizzarsi mentre attraversano come un silenzioso corteo le strade di Bergamo. Trasportano i defunti di questa pandemia, le bare di chi ha affrontato il coronavirus e non ha potuto vincere. I cimiteri, a Bergamo, sono colmi e l'attesa per la cremazione è troppo alta. Talmente alta che si è reso necessario usare i forni crematori di Bologna e Modena, per non dover attendere settimane.

Bergamo è una città spezzata in due dal dolore di un mostro invisibile, è il silenzio irreale del centro scandito solamente dalle sirene delle ambulanze – che fanno la spola fra l'ospedale e la casa del prossimo caso positivo – e dalle campane, suonate a lutto per annunciare che l'ennesima battaglia è stata persa. E poi ci sono le foto, quelle di un'Italia a passeggio al parco sotto i primi raggi di sole primaverili, che fa jogging come lasciapassare dalle autorità. Un'Italia che non rispetta i divieti e registra 53 mila denunce in pochi giorni, oppure quella che chiusa in casa organizza flash mob di massa cantando a squarciagola sui balconi.

Testimonianza dell'unità di un popolo in ginocchio che vuole rialzarsi, sebbene qualcuno che non approva ci sia: uno fra questi è l'attore Beppe Fiorello, fra i più attivi in rete nel far rispettare le regole, che nel suo ultimo tweet ha chiesto decoro per la grave situazione. “Camion militari per portare le bare dei morti e ancora si canta sui balconi, si fanno battutone spiritose su questa tragedia epocale, si fanno Happening sui social – si legge – Dobbiamo fare tre giorni di lutto nazionale, rispetto per i morti e le loro famiglie, social si ma senza fare festa. Si deve uscire solo ed esclusivamente per comprare il cibo, l’acqua, i farmaci, e se si ha un animale domestico che necessita di uscire per i bisogni, mascherina, guanti e occhiali, poi a casa! Punto”.

Della stessa opinione anche l'assessore al Turismo di Regione Lombardia Lara Magoni, che in un post sul suo profilo Facebook ha sottolineato: “Chiedo il lutto nazionale per la mia cità. Sono bergamasca e chiedo agli italiani il rispetto: risparmiateci i balli e canti. Qui si contano i morti. Ieri sera, alle ore 21, i mezzi dell'esercito hanno caricato oltre 70 morti che saranno cremati fuori regione. Morti in solitudine, e cremati in solitudine. Se volete essere utili state in silenzio, nel rispetto di ciò che stiamo vivendo”.

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