Dario Carminati, 300 galline e la scommessa (vinta) delle uova self service

Dario Carminati, allevatore 48enne di Corna Imagna, titolare dell’Azienda agricola Val di Piazza che si occupa esclusivamente di uova. Salendo in allevamento la cassetta con uova fresche.
4 Maggio 2019

Al cader delle foglie, alla massaia
non piange il vecchio cor, come a noi grami:
ché d’arguti galletti ha piena l’aia;

e spessi nella pace del mattino
delle utili galline ode i richiami:
zeppo, il granaio; il vin canta nel tino.

Cantano a sera intorno a lei stornelli
le fiorenti ragazze occhi pensosi,
mentre il granturco sfogliano, e i monelli
ruzzano nei cartocci strepitosi

Giovanni Pascoli, Galline (contenuto in Myricae)

Risaliamo la Valle Imagna recitando a labbra strette questa poesia del celebre poeta romagnolo, mentre le nubi, assolute padrone di questi giorni, lasciano spazio ad un timido sole primaverile. Abbiamo fretta. Non vediamo l’ora di conoscere le trecento “fiorenti ragazze” di Dario Carminati, allevatore quarantottenne di Corna Imagna, titolare dell’Azienda agricola Val di Piazza.

Dario ha aperto i battenti da poco tempo, eppure l’azienda sta facendo parlare molto di sé, sia per la peculiarità dell’allevamento, sia per la storia personale del titolare. “Ho aperto l’azienda il 25 aprile del 2017, quindi posso dire di avere un’azienda giovane, che si occupa esclusivamente di uova. Dario, infatti, si è concentrato solo su questo tipo di produzione, puntando sulla qualità del prodotto attraverso la cura delle galline e del loro ambiente di vita. “Io vendo solo uova: ho puntato solo sulla produzione dell’uovo, anche se nell’ultimo mese sto vendendo anche la pollina, cioè il concime per piante e per fiori derivato dallo sterco degli animali, visto che è un prodotto totalmente biologico e abbastanza richiesto”.

La storia di Dario è altrettanto singolare, e se vogliamo emblematica, in quanto figlia dei nostri tempi: se pur appassionato al mondo della natura, il settore di Dario è sempre stato quello dell’edilizia. Come muratore, ha però anch’egli avvertito i primi morsi della crisi, fino al punto di fargli prendere la decisione di cambiare totalmente vita, per dedicarsi a questo tipo di produzione. “Avevo l’esigenza di integrare il lavoro nell’edilizia con qualcos’altro, perché la situazione stava diventando sempre più altalenante: un po’ si lavorava, un po’ si rimaneva a casa. Ho sentito così l’esigenza di trovare un po’ di stabilità, ma non sapevo come di preciso”.

Ed ecco, nel 2016, l’illuminazione: “Partecipavo spesso ai mercati agricoli e vedevo che c’era qualche commerciante che, tra gli altri prodotti, vendeva anche le uova, senza che queste fossero il prodotto principale. Allora mi sono chiesto perché non ci fosse qualcuno che vendeva solo ed esclusivamente uova. Ma… Uova come Dio comanda!”. (E quando un valdimagnino proferisce questo intercalare, vuol dire che le cose iniziano a farsi serie.).

A quel punto Dario inizia a riflette, perché in realtà le nostre valli sono zeppe di pollai e di galline che razzolano ma, dati alla mano, rimane sorpreso quando scopre che in valle non esiste un allevamento vero e proprio di quel genere. Da qui la decisione di lanciarsi in questa avventura. Un’avventura piuttosto impegnativa, nonostante la percezione di tutti noi veda l’allevamento avicolo come più “facile” e gestibile rispetto ad altre tipologie, come ad esempio quello bovino.

Non c’è dubbio che allevare una gallina sia decisamente più agevole che allevare un mucca, sia dal punto di vista della gestione degli spazi, sia per il foraggio che per l’accesso al prodotto, ma questo tipo di allevamento è, diciamo così, più instabile. “L’azienda avicola richiede un’attenzione particolare, sicuramente molto più di quelle di capre o di mucche, perché ci sono malattie molto pericolose, come ad esempio l’aviaria, che possono azzerarti tutto il bestiame nel giro di pochi giorni. Tutto quello che hai creato svanirebbe in pochissimo, e si calcola che per ripartire ci vogliono all’incirca ventitré mesi.”.

Nonostante queste problematiche, Dario lavora ogni giorno con passione e impegno, lasciando le sue trecento galline libere di muoversi tra i duemila metri quadrati di terreno, in parte boschivo e in parte prativo. Inoltre, per avere anche un’alimentazione chilometro zero, si semina in loco anche il grano turco: inutile dire che il prodotto che ne risulta è davvero eccellente.

 

Dario è un vulcano di idee, e non è di certo passata inosservata una sua recente iniziativa: salendo in allevamento, in un’apposita cassetta si possono trovare le uova fresche e, in una cassetta a fianco, si deve inserire l’importo dovuto: il tutto senza che nessuno controlli con telecamere o altro. I più staranno pensando che l’azienda, con questo singolare metodo, starà andando in perdita, vista la diffidenza e il sospetto che solitamente regnano nei rapporti sociali d’oggi. La realtà, però, si è rivelata ben più incoraggiante: “La mia cassetta è una scommessa vinta! In pochi credevano che questa cosa e avrebbe potuto funzionare, invece si è rivelata un successo; non tanto economico, ma perché ha portato alla luce una volta di più che nelle nostre valli c’è gente onesta, che crede nella qualità dei prodotti nostrani e di qualità.”.

Riflettendo invece sul futuro della Valle, le idee sono molto chiare: “Il futuro nelle nostre valli lo vedo molto positivamente, poiché la gente sta ritornando nei luoghi dei nostri vecchi, grazie anche ai nostri amministratori; negli ultimi anni e c’è stato un ritorno all’agricoltura, soprattutto dove c’è la possibilità di avere un riscontro economico che ti permetta di portare avanti una famiglia.”.

Serve però crescere ancora, soprattutto dal punto di vista della comunicazione: “Una cosa che non è mai stata valorizzata abbastanza è, secondo me, la pubblicità; non tanto del prodotto in sé, quanto piuttosto dare la possibilità agli imprenditori di formarsi, al fine di sapersi muovere nella reclamizzazione dei propri prodotti in modo efficace.”.

Salutiamo Dario e le sue galline, poiché i morsi della fame iniziano a farsi sentire. E dopo una mattinata così, è ora di tornare a casa per dedicarci alla più antica tra le teorie uovopiattiste: ü bèl ciarighì.

Contatti: [email protected]

Cellulare: 349.8409867

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