Guerrieri d’Occidente capitolo 4

Quarto capitolo di Guerrieri d'Occidente, racconto tra fantasia e storia ambientato alle falde del Resegone durante il 481 d.C.
21 Maggio 2019

I GUERRIERI D’OCCIDENTE

CAPITOLO 4 – (PER LEGGERE CAPITOLI PRECEDENTI: capitolo 1 – capitolo 2 – capitolo 3)

Alla ricerca della Patria antica

C’era una grande animazione  a Sardi perché nella città il Grande Re vi aveva fatto confluire tutti gli eserciti del dominio persiano: Etiopi, Medi, Assiri arrivavano e partivano verso l’Ellesponto e c’erano anche mercanti ed avventurieri di ogni paese; fu proprio un mercante greco incontrato nella confusione  della città a dare le indicazioni desiderate- “O straniero,il segno che tu porti sulla tua armature non è di questa città ed anche il tuo mondo di parlare mi ha ricordato il luogo dove ho visto questo sole raggiante. C’è un’isola al largo della famosa città di Troia, di fronte all’Ellesponto, abitata da gente né greca né lidia ,e la loro parlata simile alla tua è di difficile comprensione anche per i popoli attorno .Qui nella città di Kaminia sorge un tempio dedicato al dio del Sole che noi greci chiamiamo Febo raffigurato nel disco raggiante che tu porti  come insegna“.  

Soddisfatti delle preziose informazioni Leucos e Lug con il loro contingente si misero in marcia verso la Troade; lasciata la schiera accampata sulla costa, con pochi compagni con una nave veloce raggiunsero le spiagge di Lemno nel piccolo porto della città  di Kamina. Attraccati gli ormeggi si diressero subito verso il tempio che sorgeva sopra un’altura poco fuori dall’agglomerato della città. Era circondato da una serie di colonne e sulla facciata il grande timpano decorato dava grandezza ed imponenza a tutta la costruzione. Al centro  nel frontone dominava il disco raggiante del sole ; Leucos lo salutò con gioia quasi avesse ritrovato una persona già conosciuta e cara . Entrarono nel tempio, nella grande sala l’altare di pietra nel centro portava incisioni e scritte in antichi caratteri etruschi (a Lemno e precisamente a Karima  nel 1885 furono scoperti una stele funeraria ed altri graffiti in un idioma non indoeuropeo e simile all’etrusco ) 

“Guarda, Lug, il tuo simbolo ed i segni della tua gente ! Abbiamo raggiunto la meta che Rasenna ti ha indicato .Dunque fermiamoci e facciamo un sacrificio al dio Apollo protettore di questa isola e della terra dei Tirrenoi “. Apparve fra le colonne una figura di vegliardo che gli stranieri salutarono con rispetto .- “Dall’aspetto  voi mi sembrate di un’altra nazione eppure sapete leggere questi segni ! Vedo inciso sulla tua corazza, o uomo ricciuto, il sole raggiante  simbolo ,in questo tempio e per la nostra gente, di Febo Splendente ,ed il tuo pettorale , o tu che hai i capelli del colore del sole , porta l’antico sacro duplice segno dell’ascia bipenne, venerato nella mitica Creta  patria dgli dei ! Riconosco i segni e riconosco il vostro valore ! Chi vi manda dunque e cosa cercate al tempio di Febo ? ”

“Veniamo – rispose Leucos- dal lontano Occidente dove il sole tramonta dietro gli altissimi monti, chiamati qui dal Grande Re per la guerra contro i greci. La mia patria  è l’Etruria terra di cento città. Il grande sacerdote  Rasenna mi ha incaricato di cercare il tempio del dio Sole e chiedere all’oracolo  di Febo il responso sui destini della Paria “. –“ Il divino Apollo ,che legge nel pensiero degli uomini , già mi aveva predetto la vostra venuta e volentieri risponde al popolo che nel lontano passato l’ha invocato prima di lasciare questa terra verso nuovi lidi . Riporta dunque a Rasenna quanto ti dico : “Le verghe di ferro legate esalteranno il duplice segno “ (Il culto di Apollo oracolare ha l’origine nell’Asia Minore e per le città greche è indice di legami con l’Anatolia- P. Caratelli – I Greci in Occidente-)

Rispose Lug : “Difficile è il significato di queste tue parole”-(le verghe di ferro …. allegoria dei fasci littori romani di origine etrusca coronati dall’ascia bipenne ) –“ Riporta l’oracolo a Rasenna, queste sono le parole di Febo! ”. All’improvviso una nebbia leggera avvolse il bianco vegliardo che all’improvviso scomparve ed i due stranieri rimasero attoniti nel vuoto del tempio . –“ Questo logo è veramente straordinario –disse Leucos- lasciamo i nostri doni e facciamo i nostri sacrifici al dio che onorarono anche i miei antenati “. Venne la sera ed i due si fermarono nella città dell’isola per raggiungere il continente la mattina successiva.(il racconta prosegue con la  quinta puntata: “La Persia  contro la Grecia”) .

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