Roberta dell’agriturismo Alle Baite: da Treviglio a Branzi con un sogno

Roberta Ceruti ha 33 anni e un sogno che la accompagna fin da piccola: circondarsi di animali. Dal 2009 il suo sogno è diventato realtà, quando ha deciso di aprire con il suo compagno Alex l'Agriturismo Alle Baite a Branzi.
11 Settembre 2019

Roberta Ceruti ha 33 anni e un sogno che la accompagna fin da piccola: circondarsi di animali. Dal 2009 il suo sogno è diventato realtà, quando ha deciso di aprire con il suo compagno Alex l'Agriturismo Alle Baite a Branzi, sfruttando terreni inutilizzati e ristrutturando nel pieno rispetto dell'ambiente baite e stalle, ricavandone un piccolo mondo fatto di quotidiana e semplice vita agricola, arricchita dalle risate e dalla gioia dei loro tre bambini.

Roberta è originaria di Lurano, una paese vicino a Treviglio nella pianura bergamasca, ma ha frequentato la valle come turista sulle nevi di San Simone. Papà metalmeccanico e mamma impiegata, la vita agricola non era quello che si dice “di famiglia”, eppure il desiderio di vivere a contatto con gli animali non l'ha mai lasciata. Nel 2001, a 16 anni, incontra Alex e con lui fa un'importante scelta di vita: andare a vivere in montagna e costruire la propria famiglia qui, a Branzi, fra il sussurro delle vallette e il verde rigoglioso dei pascoli.

Si parte da zero, iniziando per prima cosa la ricerca del luogo più adatto dove posare – metaforicamente parlando – la prima pietra. “Nel cercare, abbiamo guardato un po' ovunque, da San Pellegrino a San Giovanni Bianco e in alta Valle – racconta Roberta – Abbiamo trovato poi qui a Branzi questo terreno che, per nostra fortuna, era utilizzato solamente per far pascolare le vacche. Era un terreno frammentato, di più di 70 proprietari diversi: li abbiamo contattati uno ad uno e siamo riusciti infine a recuperare questi tre ettari di terreno per realizzare l'azienda agricola”.

Parte così il progetto di recupero del fabbricato già presente, un “baitù” di una volta che si utilizzava per la transumanza, con un'idea ben precisa in testa: creare un luogo che fosse sostenibile e un punto di riferimento agricolo turistico per la zona. Da una decina di capre da latte a una fattoria di quaranta, accompagnate da mucche di razza grigio alpina – tipica del posto –, asini, pony, maiali e animali di bassa corte, come conigli e galline che forniscono uova fresche, anatre e oche. In questi dieci anni di attività, compiuti lo scorso 7 luglio, la piccola azienda agricola si è ampliata: nel 2012 è stato aperto il ristorante dell'agriturismo e successivamente sono state realizzate anche otto confortevoli camere – vista montagna, ovviamente – ricavate da una stalletta, a disposizione di tutti i turisti che frequentano la zona per una sana boccata d'aria fresca.

Qui tutto è sostenibile e, dove possibile, a chilometro zero. “Cerchiamo il più possibile di utilizzare e mantenere inalterato quello che è comunque lo spirito della zona – spiega Roberta – per cui abbiamo 'copiato' le vecchie case di pietra e di legno di una volta, sui tetti ci sono le piöde di Branzi, per cui non siamo andati lontano a recuperare i materiali per le costruzioni”. Il formaggio di capra è una specialista dell'Agriturismo Alle Baite: sano e buono, viene usato esclusivamente il latte delle loro capre, lavorato nel proprio mini-caseificio.

Una bontà sulle tavole del pranzo e sugli scaffali della piccola bottega, in cui capeggia insieme a confetture fatte in casa, miele e altri prodotti “della casa”. “Abbiamo anche un piccolo frutteto, perlopiù di piccoli frutti come more, ribes, lamponi e mirtilli, da cui ricaviamo la marmellata che vendiamo nella nostra botteghina – racconta Roberta – Abbiamo anche una decina di arnie dalle quali otteniamo il miele. Riusciamo così ad avere più prodotti possibili anche, ad esempio, per le colazioni degli ospiti”.

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In questi dieci anni non solo l'agriturismo si è allargato, ma anche la famiglia. Michele, 7 anni, Matteo di 3 anni e il piccolo Mirko, di 7 mesi sono il coronamento di un sogno di vita di questa bella famiglia, che si impegna anche per portare il proprio contributo alla Valle Brembana e far rinascere questo piccolo angolo di montagna, nonostante i sacrifici che un lavoro come questo sicuramente comporta. “Ti dirò, non è semplice – è il commento di Roberta – È un lavoro, sì, ma è anche la nostra vita. Un quotidiano che non ha sabati, non ha domeniche né festività e ti deve piacere”.

Ma quali sono allora le motivazioni che la spingono a continuare questa strada tanto soddisfacente quanto in salita? “Ciò che mi spinge a proseguire è innanzitutto il riscontro che ritrovo dalla gente che viene a trovarmi – racconta – Perché quando ti fanno i complimenti, quando gli ospiti si sono trovati bene allora tutto sommato ti dici 'ho fatto un buon lavoro' e questo ti sprona a migliorare sempre di più. Poi, ovviamente, questa è casa mia quindi voglio avere un ambiente sano per i miei bambini”.

Un lavoro con i suoi lati positivi e negativi, due facce della stessa medaglia che in qualche modo si incastrano ugualmente e sanno essere motivo di orgoglio e soddisfazione. “Un lato negativo è che Branzi è una zona turistica e, come tale, si concentra molto sui fine settimana, periodo in cui abbiamo le entrate più interessanti – spiega Roberta – però il lato positivo è che così io riesco a curare i miei bimbi durante tutti gli altri giorni, riuscendo ad unire il fattore lavoro con il mio essere mamma. Il piccolino Mirko è sempre con me e riesco sempre a seguirlo, anche grazie al supporto delle nonne, Michele e Matteo li aiuto nei compiti, li porto al parco giochi e ci seguono nei lavori giornalieri”.

E deve essere davvero uno spettacolo meraviglioso vedere i piccoli che aiutano i propri genitori nelle attività agricole quotidiane, come imballare il fieno, mungere le caprette o accompagnare l'asino nel prato. Un gioco sano per loro che iniziano così ad avere i primi contatti con la natura e ciò che ha da offrire e con una realtà fatta di piccole cose semplici. “Sai, la paura è anche quella che io me la sono scelta questa vita, mentre loro se la trovano addosso – racconta Roberta – L'importante è non fargliela pesare come un qualcosa di imposto, ma renderla tutta un gioco che gli permette anche di acquisire una manualità e una competenza che, poi, gli servirà anche quando saranno grandi”.

Gli insegnamenti, per chi la natura e gli animali li vive ogni giorno, non possono essere che positivi e incoraggianti. “Quello che vorrei insegnare ai miei figli è prima di tutto il rispetto e l'empatia, il capire l'altro – racconta – È una cosa che non è facile ma serve, serve per stare bene con se stessi e per stare bene con gli altri, animali compresi”.

Io dico sempre ai miei ragazzi che l'importante non è il soldo, ma è la qualità: tutto quello che fai, fallo sempre con passione – conclude la giovane – È vero che è lavoro ed è difficile, ma se hai la passione una volta fatto ti darà una soddisfazione che è tua e ti farà crescere, ti spingerà a migliorare sempre di più e ti donerà quella sensazione di benessere che si trova anche nelle piccole cose. Bisogna sempre cercare di dare il meglio per ottenere il meglio”. Di questa filosofia, Roberta, ne ha fatto tesoro e l'Agriturismo ne è la prova fisica e reale che se insegui i tuoi obiettivi con tanta voglia di fare e poni l'attenzione su quelle cose che sono davvero importanti, allora niente è troppo lontano o irraggiungibile.

721 Bambino AlleBaite - La Voce delle Valli

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