Fausto Masnada, dal Pedale Brembillese al Giro d’Italia

Classe 1993, originario di Laxolo di Brembilla e ciclista professionista della Androni Giocattoli Sidermec dal 2017, Masnada si è fatto notare al grande pubblico durante l'ultimo Giro d'Italia. Andiamo a scoprire la sua storia.
1 Luglio 2018

Fausto Masnada, professione scalatore. Classe 1993, originario di Laxolo di Val Brembilla e ciclista professionista della Androni Giocattoli Sidermec dal 2017, Masnada si è fatto notare al grande pubblico durante l'ultimo Giro d'Italia (2018), quando alla nona tappa sul Gran Sasso ha tenuto tutti gli appassionati con il fiato sospeso, sfiorando quella che poteva essere una enorme impresa (e in parte lo è stata comunque) per un ragazzo di soli 24 alla sua prima Corsa Rosa. Andiamo a scoprire la sua storia.

La Voce delle Valli: Ciao Fausto, cominciamo dall'inizio. Quando hai cominciato a dare le prime pedalate, e per quale società? Cosa ti ricordi di quegli anni? Quale è stato l'allenatore che ha “segnato” in qualche modo la tua carriera, il tuo pigmalione?

Fausto Masnada: “Le prime pedalate sono iniziate molto presto , ovvero all’età di 6 anni nella squadra del mio paese : il Pedale Brembillese , dove ho corso fino alla categoria allievi. È iniziato tutto come un gioco con un amico, quindi sono stati anni caratterizzati dal divertimento. Mi ricordo che il presidente Giovanni Forcella ci faceva allenare due volte a settimana in un circuito d’atletica del paese.  Il passaggio da allievo a juniores ha segnato la svolta tra divertimento e impegno. Posso dire che il mio pigmalione è stato Diego Ferrari, ovvero il mio allenatore in quegli anni, che mi ha fatto capire che il ciclismo non equivale solo a pedalare bensì è importante fare attenzione anche ad altri fattori quali l’alimentazione e un allenamento corretto, volto a valorizzare le proprie potenzialità 

Segui da vicino i giovani ciclisti di Val Brembilla e della provincia di Bergamo? C'è qualcuno che ha il potenziale per approdare magari nei professionisti tra qualche anno?

Mi tengo aggiornato in merito ai risultato dei giovani ciclicsti brembillesi e bergamaschi  grazie ai siti di ciclismo e ai social network, purtroppo però sono impossibilitato a seguirli da vicino .

Quando sei entrato nei professionisti e cosa ti ha permesso di fare il cosiddetto “salto”?

Il cosiddetto salto mi è stato permesso in gran parte dalla squadra in cui corro, la Androni Giocattoli Sidermec, che nonostante sia un piccolo team ci sostiene al meglio per essere competitivi. A questo si aggiungono elementi come costanza, tenacia e tanti sacrifici: ingredienti fondamentali per ottenere buoni risultati .

1241 masnada - La Voce delle Valli

(Photo by BettiniPhoto)

Raccontaci, in breve, le tappe più significative della tua carriera (a parte il Giro, a cui ci arriviamo più avanti).

Il mio percorso fino al professionismo è stato caratterizzato da alti e bassi. Da juniores ho avuto diversi successi, sopratutto nel secondo anno. Ma penso che la tappa più significativa sia quella vissuta nella categoria dilettanti in cui ho corso nel Team Colpack . Dopo alcuni anni negativi a causa di problemi fisici, sono riuscito ad emergere, in particolar modo al quarto anno con la vittoria al Piccolo Giro di Lombardia , che mi ha aperto la strada al mondo professionistico.

Quanto è stata  importante la famiglia per raggiungere i tuoi obiettivi sportivi? E come hai coniugato sport e scuola da adolescente. Come era la tua giornata tipo in quegli anni? 

La mia famiglia ha svolto un ruolo fondamentale sin dagli inizi, quando papà Giancarlo tutte le domeniche mo portava a gareggiare . Il sostegno dei familiari è stato fondamentale. Coniugare sport e scuola non è stato assolutamente facile: al mattino andavo a lezione e, una volta tornato, giusto il tempo di pranzare e già uscivo ad allenarmi per poi rientrare e dedicarmi allo studio. Tutto ciò fino al raggiungimento del diploma . Dopo di che mi sono potuto dedicare totalmente al ciclismo.

Ora quanto tempo a settimana dedichi ai tuoi allenamenti? È possibile vederti in sella alla tua bici salendo a Brembilla o prediligi altre zone? 

L’allenamento è alla base del mio sport , e va dalle 3 alle 6 ore giornaliere . Essendo un passista scalatore mi alleno molto spesso in salita e quindi salgo spesso anche in valle.

Giro d'Italia 2018. Il tuo momento è stato sicuramente il 13 maggio: ci hai fatto divertire tantissimo! Cosa ricordi di quella tappa e cosa ti è mancato per centrare l'impresa? 

La domanda più gettonata al mio ritorno dal Giro è stata: “ma cosa pensavi in quel momento?” In quel momento stavo facendo talmente tanta fatica che pensavo solo al traguardo e a tagliarlo per primo! Purtroppo non è stato così, ma l’affetto che ho ricevuto da chi mi segue mi ha fatto sentire come se quella tappa l’avessi vinta io. La cosa che mi è mancata per vincere è stata la mancata collaborazione a 40km dall’arrivo e un pizzico di fortuna in più. 

Oltre a quella tappa, cosa hai portato a casa da quella esperienza? L'anno prossimo ti rivedremo?

L’anno prossimo spero di partecipare nuovamente al Giro d’Italia essendo una delle gare più belle del mio calendario. Dal giro ho portato a casa tanta fatica ma anche tanta soddisfazione. In 21 tappe puoi capire veramente quali sono i tuoi limiti e quanto oltre puoi spingerti .

I prossimi impegni? 

La seconda metà di luglio sarà caratterizzata da un periodo di riposo e altura volta a preparare al meglio il finale di stagione, ricco di gare molto importanti tra le quali il Giro di Lombardia. 

(Foto copertina by Mario Pierguidi Photo)

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