Thomas Bolis, dalla Primavera atalantina ai professionisti: ”Mi ispiro a Freuler e Busquets”

Regista basso dai piedi buoni, classe 1998, nella stagione passata l'almennese Thomas Bolis ha indossato la fascia di capitano della Primavera dell'Atalanta. Ora è pronto al salto nei professionisti.
28 Luglio 2018

Un valdimagnino capitano di una delle primavere più importanti d'Europa. Nella stagione calcistica passata è stato, infatti, Thomas Bolis di Almenno San Bartolomeo, regista basso dai piedi buoni classe 1998, ad indossare la fascia di capitano della Primavera dell'Atalanta.

Una fascia onorata con ottime prestazioni, e numeri importanti: 31 presenze, 7 goal e 4 assist. E, ciliegina sulla torta, la convocazione di mister Gasperini in prima squadra contro il Genoa in casa e contro la Lazio all'Olimpico. Nemmeno un minuto in campo, ma niente rimpianti perché per la serie A c'è ancora tempo, come si intuisce dalle parole dello stesso calciatore: “Le convocazioni sono state un mix di gioia, incredulità e soddisfazione. Non c'è alcun tipo di amarezza poiché essere nella realtà che tutti i bambini sognano è stata un'emozione unica, e lo è stata ancora di più in questa Atalanta europea”.

Ora il ragazzo si appresta al tanto agognato salto nei professionisti: stando alle voci di mercato, interessate al cartellino del giovane valdimagnino Pescara (serie B), Sudtirol (serie C) e Monopoli (serie C), con quest'ultima in vantaggio. Per ora, però, Bolis è ancora in attesa di valutare la scelta giusta, come rivela ai nostri microfoni: “Momentaneamente sono solo voci di mercato – precisa Thomas Bolis –. Stiamo vedendo insieme al mio procuratore e alla società (Atalanta ndr) quale siano le proposte migliori. Valuteremo con calma e attenzione quale sarà la squadra più adatta e la soluzione che più farà al caso nostro. Al momento mi sto allenando a Zingonia insieme ad un tecnico e ad altri ragazzi come Molina, Marilungo e Suagher in attesa dell'offerta giusta”.

Ma ora facciamo un passo indietro. Come nelle storie più romantiche del calcio di provincia, tutto è cominciato nella squadra di paese, l'Atletic Almenno San Bartolomeo (da quest'anno diventato Lemine Almenno Calcio dopo la fusione con il Lemine), dove ad allenare il giovanissimo Thomas c'era il padre di un'altra conoscenza del calcio orobico: “Ho iniziato all'Atletic Almenno da piccolino, e il mio primo allenatore è stato Gagliardini, il papà di Roberto calciatore dell'Inter. Successivamente ho sempre giocato insieme ai ragazzi più grandi di me, tra cui mio cugino, a cui sono molto legato”. E la fusione con il Lemine? ” Penso che la fusione possa essere un vantaggio per entrambe le società, che potranno creare una bella realtà calcistica”

Poi il passaggio al Pontisola e, da lì, il salto all'Atalanta: “L'Atalanta ha iniziato a notarmi al mio terzo anno al Pontisola, dove sono cresciuto molto. Per la società nerazzurra ho fatto solamente due provini perché poi mi sono infortunato, ma hanno deciso comunque di prendermi. Nell'Atalanta ho cominciato nella categoria degli Esordienti Regionali”.

Dietro ad un grande calciatore, c'è (quasi) sempre una grande famiglia, come è stato anche per il calciatore almennese: “La famiglia è stata, è e sarà sempre fondamentale, soprattutto perché la vita di noi calciatori è particolare e fatta di molti sacrifici e rinunce, che agli occhi di tutti non si vedono – sottolinea Bolis -. Per questo saper dare ad un ragazzo i suoi giusti spazi senza mai entrare nei meriti prettamente calcistici, ma soprattutto non credere di avere in casa un fuoriclasse, è indispensabile per lasciar crescere e migliorare il ragazzo”. Fra i tanti sacrifici, ovviamente, anche quello di conciliare scuola e calcio: “Allenandomi praticamente tutti i giorni, i pochi momenti di studio erano le due ore a casa, oppure durante il tragitto dal campo a casa. Avendo questa routine già dalla prima superiore sono però riuscito, non senza molti sacrifici, a non avere mai debiti e a diplomarmi al Liceo Linguistico Falcone di Bergamo“.

Il percorso nelle giovanili nerazzurre non è stato ovviamente sempre rose e fiori, e momenti difficili ci sono stati, soprattutto inizialmente: “I primi 3-4 anni giocavo raramente e per un ragazzino giocare è la cosa più importante. Ma tanti anche i momenti felici: i gol, le vittorie importanti e la soddisfazione di essere stato Capitano della Primavera”.

Thomas Bolis è un regista basso dai piedi buoni, “alla Pirlo” verrebbe da dire, ma i suoi idoli – per ovvie ragioni anagrafiche – sono altri: “Il giocatore a cui più mi ispiro e che mi piace maggiormente in questa Atalanta è Freuler, mentre in generale mi ispiro molto ai classici playmaker come, ad esempio, Cigarini, Biglia, Leiva e in assoluto a Busquets”. E nell'Atalanta di mister Gasperini dove ti vedresti? “Il mio ruolo preferito, ossia di costruttore di gioco – osserva Thomas Bolis – non è ben presente nella scacchiera di Gasperini, che utilizza prevalentemente un centrocampo a due. Nonostante ciò è ancora molto presto per giocare in Serie A e dovrò dimostrare e fare molta esperienza”.

(Fonte Immagine: Sprintesport.it)

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