Giamba e Valentina, l’autista e la sindaca: gli angeli rossi di S.Omobono

Giambattista Manzinali, di Corna Imagna, e Valentina Zuccala, di Fuipiano Valle Imagna, sono rispettivamente presidente e vice-presidente della CRI di Sant'Omobono Terme.
20 Maggio 2020

Per essere volontari ci vuole uno spirito altruista ed empatico, oltre che una grande risolutezza d'animo. Sono proprio questi tre aspetti che accomunano Giambattista Manzinali, conosciuto da tutti come “Giamba”, 58 anni di Corna Imagna, e Valentina Zuccala, 51 anni di Fuipiano Valle Imagna, rispettivamente presidente e vice-presidente della Croce Rossa Italiana di S.Omobono Terme. Volontario da ben 30 anni, Giambattista di lavoro fa l'autista per la compagnia SAB, mentre Valentina, operativa da 13 anni, è sindaco del suo paese, Fuipiano Valle Imagna.

La loro avventura come volontari è iniziata quasi per caso. “Era il 1989 – racconta Giambattista – Un giorno ho visto che la Croce Rossa era alla ricerca di volontari. Così mi sono detto “dai, proviamoci”: da quel momento è scattata la “molla” e non ho più smesso di fare il volontario. Più gli anni passano e più ti attacchi alla divisa, lo fai per aiutare e fare del bene. Come dico sempre: io preferisco dare che ricevere. E così eccomi qui, dopo 30 anni sono ancora in Croce Rossa e nel 2017 sono diventato il presidente”.

Una storia un po' diversa, invece, è quella della vice. “Era il 2007, rientravo da quella che definisco una parentesi della mia vita in cui ho vissuto per vent'anni nel milanese – confessa Valentina – Avevo fatto la scelta di vita di tornare a vivere al mio paesello, Fuipiano, e ho deciso di partecipare al corso della Croce Rossa per rientrare un po' in contatto e imparare a conoscere quella che è la mia valle, la mia terra”.

Galeotta (in questo caso al contrario) fu la prima serata di presentazione. “Non ero potuta esserci, così ho partecipato direttamente alla prima lezione – prosegue – Ho scoperto così che le lezioni sarebbero state molte, con tre step di esami. Se avessi preso parte alla serata, visto il grande impegno che comporta, forse non avrei intrapreso il cammino. Ma una cosa tira l'altra e in Croce Rossa ci sono rimasta: così sono arrivata dove sono adesso, a 13 anni di servizio, con un impegno che è stato via via sempre più un crescendo”.

Sia Giambattista che Valentina sono stati eletti a presidente e vice-presidente nel 2017, in seguito al cambio direttivo. Ma è più corretto affermare che l'uno abbia supportato l'altra nel raccogliere una carica più importante. “Io l'ho spinto a prendersi la responsabilità del gruppo – afferma Valentina – Ma lui ha ribattuto che lo avrebbe fatto solamente se fossi stata la sua vice. E così è stato”. È facile intuire il profondo rispetto, unito alla complicità e ad una sana schiettezza, che contraddistingue il loro rapporto di amicizia. “Andiamo molto d'accordo, anche se ogni tanto mi fa arrabbiare – conferma Giambattista, lasciandosi scappare una risata – Ma dopo un minuto si va subito d'accordo”.

Quando discutiamo facciamo scintille – aggiunge Valentina – Siamo entrambi molto schietti e ci diciamo le cose come la pensiamo, senza mezzi termini. Ma è proprio questo il motivo per cui andiamo così d'accordo: non serbiamo rancori o cose non dette. Il nostro è un modo per confrontarci. Anche se un po' vivace. Siamo fatti così”. Fare il volontario è sicuramente un incarico impegnativo, ma anche gestire una delegazione non è un lavoro semplice. “Hai a che fare con un gran numero di persone, ognuno con la propria testa ed il proprio modo di fare e di lavorare – spiega Giambattista – Oltre ai turni di lavoro, che partono alle 8 del mattino e terminano alle 23 di sera, devi essere in grado di amalgamare i gruppi, le persone, i volontari, le preferenze. Questa è la chiave”.

Per fortuna Giambattista ha la stoffa da vero “leader”. “Il grosso del lavoro lo fa lui – aggiunge la vice-presidente – Il suo carattere è perfetto per mantenere l'ordine: ha sia la capacità di ascoltare le persone, che di imporsi quando serve. In Croce Rossa è molto stimato, tutti danno ascolto quello che dice, se lo ha detto il presidente non si mette in discussione. Giambattista è comunque una persona molto disponibile, a qualsiasi ora lo si chiami lui risponde. Io, con il mio incarico di sindaco, faccio un po' più fatica da quel punto di vista ma do il mio contributo occupandomi delle operazioni di segreteria”.

Anche la CRI di Sant'Omobono Terme ha, ovviamente, dovuto fare i conti con l'emergenza sanitaria che ha colpito l'Italia e in particolare la bergamasca nel corso degli ultimi due mesi. “È stata impegnativa, sia dal punto di vista dei servizi che da quello psicologico, soprattutto – confessa la vice-presidente Zuccala – Abbiamo perso un paio di colleghi, tutti mancati a causa del virus”. Naturalmente non è mancata anche la paura. “Inizialmente era stato sottovalutato, alcune azioni forse sono state fatte in maniera un po' incosciente rispetto alla gravità della situazione. Abbiamo macinato moltissimi chilometri, trasportando pazienti in ospedali lontani, anche fuori provincia – continua la volontaria – Forse è ancora peggio quando sai di trasportare persone che conosci. Poi vieni a sapere che qualcuno non ce l'ha fatta, che un altro si è sentito male: sono cose che umanamente ti provano”.

Lo straziante racconto fa luce su diversi aspetti dell'emergenza che soltanto chi ne ha visto con i propri occhi la crudezza può capirne anche i sentimenti associati. “È stato un periodo d'inferno – aggiunge il presidente Manzinali, che oltre alla CRI di Sant'Omobono effettua turni anche alla CRI di Bergamo – Io ero operativo tutti i giorni, e spesso ero di turno in ambulanza. Ho visto di tutto: gente morire e soffrire. A dirlo forse non sembra, ma toccare con mano un'emergenza del genere è tutt'altra cosa”. Il carico di lavoro ora si è alleggerito, insieme al numero delle vittime e dei contagi. “Sta tutto a noi – conclude Giambattista, lanciando un appello – Non bisogna fare ciò che si vuole: è fondamentale l'uso delle mascherine sempre e dei guanti al momento giusto. Dobbiamo essere noi a metterci del nostro. Questo è il mio messaggio a tutti: rispettiamo le regole. È importante”.

Doveroso, in questa sede, ricordare la figura di Pierino Frosio Roncalli, volontario per ben 43 anni e uno dei fondatori della Croce Rossa Valle Imagna, venuto a mancare il 15 marzo scorso. Lo stesso presidente Manzinali lo ha ricordato così, il giorno della sua scomparsa: “Passava quasi tutte le sue giornate nella nostra sede, diciamo che era sempre di turno”.

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