Marco, il valdimagnino giramondo che insegna ai computer a parlare

Marco Piccolino Boniforti, valdimagnino d'adozione, a 18 anni ha deciso di dare alla sua vita una svolta differente e ha lasciato l'Italia per dedicarsi ai suoi studi.
16 Luglio 2019

Valigia, biglietto e via: partire, viaggiare e visitare Paesi sconosciuti è il sogno di molti ragazzi, che nell’estero vedono una possibilità diversa di crescita e formazione personale. E questo era anche il sogno di Marco Piccolino Boniforti, valdimagnino  d’adozione, che a 18 anni ha deciso di dare alla sua vita una svolta differente e ha lasciato l’Italia per dedicarsi ai suoi studi. Oggi Marco ha 38 anni e vive a Petosino, alle porte di Bergamo, ma certamente il suo lato avventuroso non lo ha abbandonato.

Marco è un valdimagnino “d’adozione”: nato a Milano, fin da piccolo ha avuto contatti con le valli grazie ai suoi genitori, che gestivano un albergo nella stagione estiva a Selvino. Nel 1991 decidono di lasciare l’attività per prendere una casa proprio in valle, dove Marco ha passato le sue estati fino al 2002, quando i genitori decidono di trasferirsi definitivamente a Locatello, dove ha in parte vissuto anche lui.

Della Valle Imagna mi piacevano soprattutto le persone – racconta Marco – Spesso si dice che le persone nate e cresciute in valle siano più chiuse, ma si tratta solo di luoghi comuni. La verità è che la vita di paese è molto aggregativa e le persone si supportano le une con le altre: questa è una delle cose che ho trovato, tanto che le mie migliori amicizie le ho coltivate proprio lì”.

A 18 anni, giusto il tempo di finire la Maturità, Marco parte alla volta dell’Austria, spinto dai genitori, per studiare Archeologia e Linguistica. Ma non si ferma qui: successivamente è il turno della Spagna, a Tarragona, dove resta un anno e mezzo. Infine Marco si sposta in Gran Bretagna, precisamente a Cambridge dove consegue il suo dottorato di ricerca sull’utilizzo del computer per comprenderne gli aspetti sul linguaggio umano. Il suo percorso di studi, infatti, è sì iniziato con l’Archeologia e la Linguistica, ma nel tempo si è sviluppato principalmente attorno alla Linguistica ed i suoi aspetti legati all’Informatica.

Di questa ricerca ha fatto la sua vita: Marco oggi si occupa dello sviluppo di software nel vasto campo dell’intelligenza artificiale, occupandosi di assistenti vocali – come i famosi Siri e Google Assistant, che ogni giorno consultiamo per aiutarci nella pianificazione delle nostre attività. “In poche parole, decido insieme ad altre persone come questi assistenti devono rispondere. Per me questo lavoro è stato un evoluzione naturale dei miei interessi in campo linguistico – spiega Marco – per diversi anni ho lavorato ad alcuni progetti territoriali sviluppando app per smartphone, successivamente ho deciso di avvicinarmi a questo settore che ora è in esplosione, ovvero quello del conversare con le macchine. In questo campo ho trovato un’opportunità interessante”.

Dopo quasi 9 anni all’estero, Marco ha scelto di tornare in Italia: fra i motivi la nostalgia del nostro paese e la voglia di costruire qualcosa qui, insieme alla moglie. “Quando sei all’estero, vedi l’Italia da una prospettiva un po’ diversa e ti accorgi forse di più sia dei suoi pregi che di suoi eventuali limiti – racconta – Secondo me ogni posto è bello in maniera diversa, ha le sue specificità e il bello di viaggiare e poter vedere tanti posti diversi è che capisci che non tutti fanno le stesse cose nello stesso modo e per questo motivo c’è sempre da imparare dagli altri”.

Nonostante gli impegni lavorativi, Marco non ha perso il suo spirito di viaggiatore, di voler vivere e raccontare a se stesso la magia di entrare a contatto con culture simili e distanti dalla nostra. “Quando posso, parto e vado all’estero, cercando anche di avere delle occasioni per conoscere il posto e chi ci vive – conclude Marco – Per questo motivo penso che sia un’esperienza che dovrebbero fare tutti perché arricchisce molto, anche solamente andando in vacanza per qualche settimana. Ora abbiamo le possibilità per viaggiare, abbiamo l’euro e i mezzi di trasporto: è normale avere timore, ma le proprie paure bisogna anche saperle affrontare”.

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