Ivan Bianchi, il football freestyler di Cornalba vicecampione italiano: la sua storia

Ivan Bianchi, 21enne di Passoni di Cornalba, frazione di 50 anime in Val Serina, con le sue acrobazie da football freestyler è arrivato a guadagnarsi il secondo posto nella classifica italiana.
6 Ottobre 2017

In tutti i gruppi di amici sportivi che si rispettino c’è quello che organizza tutte le partite di calcetto creando un gruppo Whatsapp apposito, quello che sta sempre in porta perché è un po’ scarso, quello che corre più di tutti senza stancarsi mai. E poi c’è anche quello che, più che stare a tirare rozzi calci al pallone, lo fa roteare e saltare da un piede all’altro con abilità, dimenticandosi un po’ del gioco vero e proprio e incantando tutti quelli che si fermano ad ammirarlo.

Questo è proprio quello che fa Ivan Bianchi, 21enne di Passoni di Cornalba, frazione di 50 anime in Val Serina, che con le sue acrobazie da football freestyler è arrivato a guadagnarsi il secondo posto nella classifica italiana di questa disciplina emergente, che “è un un po’ un mix tra sport e spettacolo, dove si uniscono acrobatica, tecnica e coreografia”, ci spiega.

“Essere arrivato secondo al campionato italiano di football freestyle – dichiara Ivan Bianchi – , a marzo di quest’anno a Brescia, è stata la mia più grande soddisfazione. Ad essere sinceri, mancava il campione che vince da cinque anni e che nessuno riesce a battere, Gunther Celli; non avendo partecipato ha dato la chance a noi nuove leve emergenti di sfidarci e di avere una soddisfazione a livello competitivo, e per me l’essere arrivato secondo è davvero già un bel risultato.”

Ma come è iniziata la passione per trick e palleggi per un ragazzo delle nostre valli, dove il calcio è solitamente praticato solo nella sua forma più ‘tradizionale’?

“Quando da ragazzino giocavo a calcio cercavo sempre di imitare le tecniche di dribbling all’avversario di Ronaldinho e Cristiano Ronaldo, mi piacevano tantissimo. In internet ho poi trovato video di freestyler come Soufiane Touzani, inventore di trick base di questo sport, e Emanuele Pesaresi, che è una colonna del calcio freestyle italiano e uno dei primi ad averlo praticato ad alto livello. Inoltre, avevo conosciuto un ragazzo di Milano che veniva in villeggiatura a Passoni (frazione di Cornalba ndr): faceva freestyle e io ho iniziato ad imitarlo e anche ad allenarmi per batterlo. Alla fine posso dire di avercela fatta”.

Ivan deve conciliare la sua passione per il freestyle con la normale vita quotidiana: lavora alla Minelli di Ambriola, a Costa Serina, e spesso è stancante attenersi al proposito di allenarsi almeno due o tre ore tutti i giorni, se si è appena tornati da un turno di lavoro. Ma la passione gli permette di superare anche i giorni no, che vengono ripagati dalla soddisfazione di partecipare alle gare, seguito da grandi e piccoli: “I bambini sono quelli che seguono di più le esibizioni, quando mi vedono palleggiare impazziscono, sognano di farlo anche loro e vogliono provare subito a imitarmi. Ma anche persone adulte si appassionano quando vedono qualcosa in più del solito palleggiare, perchè capiscono la difficoltà dei nostri trick e che per impararli servono tempo e testa.”

E di tutti i volteggi e le acrobazie con la palla, qual è stato il più difficile da imparare e perfezionare?

“Sicuramente un trick in cui il piede gira attorno alla palla per tre volte e mezzo toccandola solo due volte; si chiama ‘Skala Mitch around the world’: Skala è il nome di un ragazzo polacco che ha inventato il primo trick da tre giri attorno alla palla, e ‘mitch’ sta a indicare il mezzo giro finale”.

Diventare un mago del freestyle ha permesso a Ivan di fare nuove esperienze non solo strettamente sportive: “é bellissimo poter viaggiare grazie a questo sport. Ho partecipato tre volte al mondiale open, cioè a iscrizione, a Praga. Anche semplicememtne quando sei anni fa andavo per le prime volte a Milano da solo con il treno, era già qualcosa di diverso rispetto a quello che facevano i miei amici che se ne stavano sempre al paesello, tranquilli all’oratorio. Ho conosciuto gente aperta, di città, e così ho potuto fare esperienze e trovare nuove ispirazioni, non solo per lo sport ma anche per la vita”.

Seguito dall’agenzia NM Management, Ivan si esibisce in Italia e all’estero in tornei che uniscono competizione e spettacolo organizzati da sponsor importanti come Adidas. Ma il football freestyle rimane una disciplina di nicchia, che però ha margine per emergere essendo una costola della grande passione nazionale italiana (del pubblico maschile perlomeno): il calcio. “Spesso noi freestyler siamo chiamati ad esibirci negli stadi prima di una partita o all’intervallo. La gente però solitamente mi chiede ‘ma tu che fai freestyle sai anche giocare a calcio?’. Io rispondo che sì, sono capace, ma gioco ad un livello modesto. Può sembrare strano, ma vale anche il contrario, non è detto che uno bravissimo a giocare a calcio sia anche capace di fare freestyle: sono due cose completamente diverse”.

Auguri per il futuro? “Sarebbe un sogno poter vivere di questo sport, anche se ora come ora mi sembra difficile; un guadagno si può avere sicuramente – è bello avere anche un riscontro economico adeguato allo sforzo che si fa, dopo anni di pratica – però ci vuole molta molta visibilità. Per quanto difficile, non è però un obiettivo irraggiungibile e io sicuramente lavorerò per raggiungerlo”.

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