Variante di Zogno, riparte il cantiere ma mancano gli alloggi per gli operai

A causa del Covid-19 un nuovo nodo è venuto a crearsi: per mantenere le corrette misure di distanziamento, infatti, per le trenta maestranze che arrivano da fuori provincia mancano alloggi nelle vicinanze.
30 Aprile 2020

AGGIORNAMENTO: Trovata la disponibilità di alberghi e appartamenti della valle

Il cantiere della (ormai celebre) variante di Zogno proseguiva liscio come l'olio. Questo fino all'arrivo del coronavirus: in seguito all'emergenza sanitaria, infatti, i lavori sono stati sospesi per i mesi di marzo e aprile, ma è proprio a causa del Covid-19 che un nuovo nodo è venuto a crearsi. Per mantenere le corrette misure di distanziamento, infatti, per le trenta maestranze che arrivano da fuori provincia servono degli alloggi singoli (e non più appartamenti comuni come avveniva in precedenza), ma al momento non vi sono strutture ricettive nelle vicinanze che siano pronte ad ospitarli.

Un bel dilemma per il cantiere brembano – affidato all'Ati (Assoviazione temporanea di impresa) con a capo l'azienda Collini lavori spa di Trento – che per troppo tempo ha subito notevoli ritardi nel suo completamento. “Rappresentanti della Collini ci hanno fatto presente questo stato delle cose – ha spiegato Giuliano Ghisalberti, vicesindaco di Zogno, a L'Eco di BergamoAbbiamo offerto, per quanto possibile, la nostra disponibilità a dare una mano”.

Imperativo trovare gli alloggi per gli operai dunque, se non fosse che la problematica diventa ancora più complessa alla luce della pandemia da coronavirus che ha reso necessario chiudere – in seguito al decreto del Presidente del Consiglio, tutte le attività di tipo ricettivo che però dovrebbero tornare in moto dal 4 maggio. “Il problema però – ha puntualizzato Ghisalberti – è quale struttura ricettiva, dopo un così lungo periodo di chiusura, sarà già pronta a riaprire da lunedì e soprattutto attrezzata per ospitare maestranze garantendo standard di sicurezza”.

Nel cantiere, nel frattempo, si è dato il via a operazioni di sanificazione. A queste verrà ad aggiungersi – come comunicato da Ati a Ilspa (la società regionale che gestisce l'appalto) l'installazione di nuove strutture, fondamentali per evitare contagi: fra queste vi sono una nuova segnaletica, termoscanner per rilevare la temperatura corporea degli operati (tutti ovviamente dotati di DPI), nuovi bagni e strutture prefabbricate adibite a spogliatoi.

Resta da sciogliere il problema delle strutture ricettive, al quale una soluzione va prima o poi trovata. Pare infatti che Ilspa non abbia più intenzione di concedere ulteriori sospensioni oltre quelle già concesse nei mesi di marzo ed aprile. Una soluzione è fondamentale per far ripartire un cantiere che la Valle Brembana ha troppo a lungo atteso.

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