Da Lenna verso Sud in bici, Lucia dona i sassolini del Brembo (raccolti dai bimbi) in tutta Italia

A volte basta un piccolo gesto per restituire un sorriso. Come un semplice cuore rosso e l'acronimo “BG”, dipinti a mano sulla superficie di piccoli sassi raccolti dal fiume Brembo, che Lucia sta donando a tutta Italia a bordo della sua bicicletta.
8 Agosto 2020

A volte basta un gesto, anche il più piccolo, per restituire il sorriso a chi ci circonda. Come un semplice cuore rosso e l'acronimo “BG”, dipinti a mano sulla superficie liscia di tanti piccoli sassi raccolti dal letto del nostro fiume Brembo. La pandemia ce lo ha insegnato bene: l'empatia è la chiave per andare avanti.

E Lucia Giupponi, 36 enne di Lenna, dottoressa in Scienze Motorie nella vita ma ciclista per passione, si è fatta un po' testimone di questa resilienza che da sempre caratterizza il popolo bergamasco, forte e temprato, portando in giro per l'Italia in sella alla propria bici dei sassolini come “pegno” per spronare gli altri a fare lo stesso, a raccogliere i cocci e ricostruire sé stessi dopo la bufera.

È un'iniziativa nata completamente per caso – racconta Lucia, in un attimo di riposo dopo una lunga pedalata – Avevo già in mente un viaggio, sono una persona a cui piace girare, raccontare le mie giornate, trovare un po' anche il lato romantico delle cose che osservo pedalando ed il bello nelle fatiche da affrontare. Il mio motto, infatti, è sempre stato “La bellezza s'impara”. Così la mia amica Monica Gherardi mi ha suggerito questa idea: portare con me dei sassolini, cuori forti del Brembo raccolti dai bambini (Lucia è alla guida di un Centro a Bergamo, ndr), con un cuore rosso e la scritta “BG” da donare alle persone di tutta Italia. Per portare un po' di Bergamo a chi magari ne aveva bisogno”.

In sella alla sua bici, Lucia ha iniziato la sua avventura domenica 2 agosto proprio da Bergamo, città simbolo profondamente segnata dalla pandemia. Qui ha affidato il primo di ventidue sassolini ad una famiglia, nel parcheggio dell'Ospedale Papa Giovanni XXIII. “C'erano due ragazze e un signore sulla cinquantina, lui al telefono, guardavano tutti in alto verso le finestre dell'ospedale – racconta – Subito mi è chiaro cosa stia accadendo. Ho lasciato che finissero, mi sono avvicinata e ho fermato le ragazze: sì, Giulia ed Elisabetta hanno la mamma in ospedale. Non la possono vedere da tre settimane e quindi comunicano così, dal vetro a 40 metri di distanza. Ho mostrato il sasso e ho spiegato che è un piccolo regalo per loro. Non so dove sia ora il sasso numero uno, ma so che quella scena in un quasi deserto ospedale della domenica sera è stata un “non dimenticare, per favore” moltiplicato per migliaia di volte”.

Poi Lucia si è lasciata alle spalle Bergamo ed è partita davvero. Senza un itinerario, con una sola consapevolezza: andare verso Sud. “La mia iniziativa pian piano ha iniziato a farsi conoscere – racconta la giovane – E così adesso sono le persone che mi seguono attraverso i social a suggerirmi da chi portare i miei sassolini. Sto conoscendo nuovi amici, alcuni mi hanno ospitato in casa propria per la notte. Mi fa veramente piacere. Non ho un obiettivo specifico in mente, vado dove mi portano la strada e le richieste: mi piacerebbe però poter arrivare fino in Calabria, l'unico confine regionale italiano che non ho mai avuto il piacere di attraversare in bicicletta”.

Sei dei suoi sassolini hanno, ad oggi, già trovato casa: il secondo è rimasto a Lesignano de' Bagni (Parma) a casa di amici, il terzo è custodito da una gioiosa famiglia livornese, il quarto è conservato in una scatolina dalla signora Grazia, mentre la tenace signora Roberta di Collesalvetti (Livorno) stringe il quinto, a cui segue il sesto, accolto da suor Maddalena delle Monache Benedettine di San Gimignano (Siena). Tante storie diverse che si intrecciano e si incontrano in una sola, come una fiaccola di cui Lucia è il tedoforo. Con un unico motto sulle labbra: “La bellezza s'impara”.

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