Avanti in Europa, Atalanta straripante a Sarajevo

Ha il senso di un profondo sospiro di sollievo (ma anche l'autorevolezza di una sentenza indiscutibile e senza appello) la vittoria per 8-0 dell’Atalanta a Sarajevo
2 Agosto 2018

“L’avventura può continuare”. Ha il senso di un profondo sospiro di sollievo (ma anche l'autorevolezza di una sentenza indiscutibile e senza appello) la vittoria per 8-0 dell’Atalanta a Sarajevo, nella decisiva partita di ritorno del secondo turno preliminare di Europa League.

Sarajevo è un crocevia importante della storia: un attentato, qui perpetrato contro l’arciduca austriaco Francesco Ferdinando, causò lo scoppio della Prima Guerra Mondiale; più di recente la città della Bosnia ha vissuto un prolungato assedio (quasi quattro anni) dal 1992 al 1996, nella sanguinosa Guerra dei Balcani. Una tragedia che ancora stringe il cuore, anche attraverso le note indimenticabili di “Miss Sarajevo” cantata da U2, Brian Eno e Luciano Pavarotti. Il fattore ambientale non è quindi di quelli banali ed a ciò contribuiscono croci e cimiteri (che punteggiano purtroppo anche la zona dello stadio) ed  il clima piovoso, che accompagna i circa 400 intrepidi tifosi arrivati da Bergamo.

Al fischio d’inizio mister Gasperini conferma Berisha in porta e, rispetto all’andata, inserisce Palomino al posto di Mancini nella linea difensiva (confermando ovviamente i pilastri Toloi e Masiello) e vota la fiducia per Pessina, in un ruolo alla Cristante a supporto di Barrow (meno protagonista del solito ma prezioso nel creare spazi)  e Gomez. A centrocampo confermati sugli esterni gli stantuffi Goosens ed Hateboer ed al centro la coppia d’oro dello scorso anno con De Roon e Freuler, reduce dal Mondiale.

In avvio un giallo comminato a Toloi è l'unico sussulto di una serata in discesa, e in poco piú di un quarto d'ora i neroazzurri chiudono la pratica. Al 3' Palomino di testa conferma la bontà degli schemi da palla inattiva (terzo eurogol di un difensore dopo Toloi e Mancini all'andata), mentre Gomez al 16' mette il sigillo sul 2-0 con un tiro micidiale che si insacca nell'angolo alla sinistra del portiere avversario. Il 3-0 arriva al 18' grazie a Masiello (ancora un difensore) e mette l'incontro suibinari ideali, facendo svanire i giustificati fantasmi della vigilia. Alla mezz'ora apoteosi per il Papu  che infila un esterno destro di rara precisione da proiettare nelle aule didattiche a Zingonia. Prima dell'intervallo arriva anche il 5-0 con autorete su azione (quasi superfluo precisarlo) di calcio d'angolo.

Ad inizio ripresa nulla cambia nello schieramento di Gasperini e ancor meno nell'andamento della gara, con Barrow che subito sigla il 6-0 con una girata efficace.  Al tiro al bersaglio partecipa anche Hateboer, dopo azione di Zapata subentrato a De Roon, cui Barrow scippa la paternità della rete. Entrano anche Castagne (per Toloi) e  Valzania (al posto di Freuler) prima che ancira Barrow segni l'8-0 e la sua personale tripletta.

Negli occhi e nei ricordi resta una serata autorevole e (prima del via) per nulla scontata. Miglior battesimo non poteva avere la seconda maglia atalantina (bianca con fasce centrali e stemma della Dea), tanto piaciuta ai tifosi sin dalla presentazione. Ora il terzo turno preliminare proporrà  una sfida con gli israeliani dell'Hapoel Haifa: andata in Israele il 9 agosto, ritorno a Reggio Emilia il 16 agosto. “L’avventura potrebbe continuare”.

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