Dalla fiaba all’incubo: Atalanta fuori dall’Europa

Nel paese delle fiabe l'Atalanta vive un incubo pesante e saluta l'Europa sotto una pioggia infinita, battuta 4-3 ai rigori dal Copenhagen.
30 Agosto 2018

Nel paese delle fiabe l'Atalanta vive un incubo pesante e saluta l'Europa sotto una pioggia infinita, battuta 4-3 ai rigori dal Copenhagen. In apertura Gasperini punta sul blocco di titolari lasciato a riposo a Roma nell’epica sifda “a rigoni” dell’Olimpico, confermando nell’undici iniziale soltanto Gollini, Palomino, Pasalic, Zapata e (un poco a sorpresa) Castagne, preferito ad Hateboer. Al rientro invece Toloi, De Roon, (che avevano giocato nel finale a Roma), Masiello, Freuler, Gosens e Papu Gomez.

I nerazzurri premono da subito sull’acceleratore, incuranti (come sempre) del fattore campo e motivanti da una gara d’andata che ha segnalato un divario importante fra le due formazioni. Notevole anche l’incitamento delle centinaia di tifosi al seguito, giunti da Bergamo con un “ponte aereo” che per l’intera giornata ha colorato di neroblu aeroporto, centro città e Sirenetta.

Il tema tattico dell'incontro non si discosta molto da quello monocorde (e neroazzurro) dell'andata a Reggio Emilia. L'Atalanta dà i primi segni di pressione con un colpo di testa di Zapata ed un tiro centrale dal limite di De Roon. Attorno alla mezzora le occasioni piú ghiotte capitano sui piedi di Pasalic, libero dentro l'area e murato dal portiere Joronen. L'undici danese si mostra compatto e sornione e non dusdegna sortite offensive, con Gollini chiamato in causa per una non facile presa a terra e per una deviazione volante su insidioso tiro di punizione del Copenhagen.

Nel secondo tempo il Copenhagen conquista campo, ma le occasioni principali sono ancora sui piedi degli uomini di Gasperini. Un tiro da fuori di Gomez fa da prologo ad un colpo di…spalla di Freuler, poi ancora Gomez colpisce il palo a portiere ampiamente battuto su una punizione dal limite che a molti a ricordato quella dello scorso anno a Lione. La partita non si sblocca, nonostante Gasperini rinnovi la prima linea sostituendo Zapatà e Pasalic con Cornelius e Barrow. Nei supplementari entrano anche Pessina, per un Freuler in debito d'ossigeno, ed Ali Adnan al posto di Goosens. Le occasioni non mancano su entrambi i fronti, e l'impressione è che dopo piú di 200 minuti possa essere un episodio a dirimere la parità.

Un doppio brivido corre lungo la schiena dei tifosi atalantini a cavallo dei due supplementari, con un tiro danese da pochi passi finito fuori e, soprattutto, dopo una stoppata difensiva in extremis di Palomino su un danese libero all'altezza del rigore. Con il passare dei minuti prevalgono stanchezza e scarsa lucidità su entrambi i fronti. De Roon sbaglia l'ultimo appoggio al 119' ed un tiro di Skob si spegne a lato allo scadere. Si va ai rigori.

Ad aprire la serie dei rigori (tirati sotto la curva dei 700 tifosi atalantini) è De Roon che segna a destra del portiere, subito pareggiato da un tiro danese sostanzialmente analogo. Alì Adnan spiazza Joronen per il 2-1 mentre Gregud infila un fendente angolato per il 2-2. Papu Gomez rivede le streghe dei tre errori dello scorso anno e stampa sulla traversa il possibile 3-2, che invece si materializza con Skob che batte Gollini alla sua sinistra. Masiello pareggia 3-3, prima che Ndoye lanci in curva il suo tiro. È un'illusione perchè Cornelius si vede parato l'ultimo rigore prima del decisivo gol danese. È un finale amaro. L'Europa purtroppo finisce qui.

 

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