Neve rossa in Valbondione, la causa? Un’alga di acqua dolce

In Valbondione alcuni escursionisti hanno notato la neve con una strana colorazione, tendente al rosso porpora.
11 Giugno 2020

La neve, che nonostante le temperature in rialzo ancora ricopre come un velo le nostre cime, è considerata da tutti la “dama bianca” per eccellenza. Eppure in Valbondione, nella zona dell'Alta Val Cerviera, numerosi escursionisti hanno notato che la neve ha assunto una strana colorazione, tendente al rosso porpora. Le immagini del curioso e misterioso fenomeno non hanno niente a che vedere con il fotoritocco: pare infatti che non sia una novità dei luoghi, tanto da essere stato già segnalato in passato – in forma più contenuta – nella zona del lago Gelt e del Passo della Caronella, sopra Valbondione.

Ma a cosa è dovuta la strana colorazione rossa della neve a queste latitudini? Innanzitutto è opportuno segnalare che anche l'inverno mite e le anomale temperature primaverili hanno fatto la propria parte. L'Alta Val Cerviera, inoltre, è caratterizzata da ampi terrazzamenti che favoriscono la stagnazione della neve. L'inusuale fenomeno ha attirato l'attenzione di alcuni esperti, come Pierino Bigoni del gruppo micologico Bresadola di Villa d'Ogna, che ha analizzato un campione della neve.

Questa particolare colorazione – ha poi spiegato Bigoni a L'Eco di Bergamo è dovuta alla presenza di un'alga in piena fase di sviluppo, la Chlamydomonas Nivalis. Avevo da parte il vetrino di un campione raccolto alcuni anni fa al Passo Gavia e posso confermare che le cellule sono identiche”. A determinare il colore rosso della neve sarebbe quindi un'alga, la cui proliferazione sarebbe stata incentivata dall'acqua di fusione che diventa disponibile sulla superficie della neve, soprattutto in seguito ad un rialzo delle temperature.

La segnalazione della scoperta è stata inoltrata anche a Biagio Di Mauro, docente dell'Università di Milano-Bicocca, che da tempo conduce ricerche su un fenomeno molto simile sulle nevi glaciali della Groenlandia, a causa di un altro tipo di alga chiamata Ancylonem Nordenskioeldii – avvistata anche sulle Alpi Svizzere. “Le colonie oggetto dei nostri studi – ha spiegato Di Mauro – sono formate da alghe glaciali, quelle trovate in Val Cerviera sono di tipo nivale. Si tratta di due organismi sostanzialmente diversi ma la loro presenza sullo strato di neve le accomuna per il fatto che entrambe fanno diminuire l'effetto albedo, ossia il potere riflettente della neve”.

In poche parole, più la neve si colore e si scurisce, viene meno il suo potere riflettente. Il manto nevoso assorbe dunque più raggi solari, che velocizzano la fusione della neve con conseguenti effetti negativi sullo scioglimento. L'alga trovata in Valbondione risulterebbe essere di acqua dolce, “perciò escluderei l'ipotesi che possa venire convogliata dalle precipitazioni associate alle perturbazioni atlantiche – ha precisato il docente – La teoria più accreditata al momento vuole che le sue cellule riescano a sopravvivere nei suoli riuscendo poi a risalire all'interno del manto nevoso”. Alte concentrazioni significano colorazione più intensa, quindi, favoreggiate dalle condizioni meteorologiche del periodo.

(Foto in evidenza di Marco Trivella)

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