Protesta ieri mattina, 2 febbraio, dei migranti (circa una trentina su ottanta) ospitati dall'hotel San Simone a Valleve. I profughi si sono riuniti davanti all'ingresso della stazione sciistica di Valleve e, per circa due ore, hanno chiesto a gran voce (ma in maniera pacifica) di potersene andare dal paese, dopo otto mesi di permanenza, bloccando la strada.
I motivi della protesta? Fondamentalmente l'isolamento. I migranti hanno puntato il dito contro la gestione della cooperativa Ubuntu di Lecco e le promesse del trasferimento in appartamenti in bassa valle o in città non ancora mantenute.
“Il progetto iniziale era di farli restare a San Simone tre o quattro mesi – spiegano i portavoce della cooperativa all'Eco di Bergamo – quindi spostarli in alloggi sparsi vicino alla città. La struttura di San Simone doveva restare per un'accoglienza temporanea e di prima emergenza. Purtroppo anche per noi qui è difficilissimo garantire un buon livello di accoglienza, non riusciamo a erogare servizi per l'integrazione, corsi di formazione e professionali. Siamo riusciti solo a fare alcune lezioni di lingua italiana. Ovvio che vicino alla città le possibilità di integrazione sarebbero maggiori[…[ Anche la Prefettura, evidentemente, ha difficoltà a trovare una soluzione”
La protesta, cominciata verso le 10.00 sotto il controllo delle forze dell'ordine, si è conclusa alle 12.00, all'ora di pranzo, quando i profughi tornano in hotel.
(Fonte immagine in evidenza: montagneepaesi.com)