Rossi: profughi? Le valli hanno dato tanto, ora tocca agli altri

Il presidente della Provincia di Bergamo Matteo Rossi a tutto campo sui temi più caldi del momento: profughi, spopolamento, scuola e lavoro.
7 Luglio 2017

“Le comunità della nostre valli stanno dando e hanno dato già tanto”, questa la risposta del presidente della Provincia di Bergamo Matteo Rossi in merito al tema “scottante” dell'accoglienza profughi. E continua: “Le comunità delle valli hanno risposto bene. Grandi episodi di conflitto non ce ne sono stati, anzi: nonostante qualche polemica iniziale, hanno risposto mettendo in campo percorsi di dialogo e relazione. Ma non si può far finta di non vedere che la maggior parte dei rifugiati sono nel territorio delle valli”.

“Se da un lato mi levo il cappello di fronte alle comunità delle nostre valli, dall'altro penso che la politica bergamasca debba raccoglie la preoccupazione di chi dice che un numero troppo elevato di rifugiati può, a lungo andare, segnare anche una situazione negativa per il turismo o per altre politiche di rilancio che si stanno attuando. C'è un dovere da parte di tutti i comuni bergamaschi di fare ciascuno la propria parte. E c'è un dovere del Prefetto di gestire la distribuzione dei profughi in modo equilibrato”.

Di fronte a centinaia di richiedenti asilo che giungono in Valle Brembana e Valle Imagna alla disperata ricerca di una vita migliore, dall'altra parte c'è chi, invece, dalla valle – dove è nato e cresciuto – se ne va. Come si può fare per trattenere i nostri giovani e permettere loro di vivere e lavorare in valle?

“Stiamo ancora facendo i conti con gli anni di crisi che abbiamo avuto alle spalle. Non abbiamo la bacchetta magica, ma una serie di interventi che può mettere le premesse affinché si possa continuare a vivere e lavorare in valle. Tre i nostri pilastri: infrastrutture, formazione e innovazione sono le tre strade sulle quali stiamo provando a lavorare”.

“I 18 milioni di euro che sono arrivati dal Patto per la Lombardia sono andati tutti nelle valli bergamasche. In Valle Brembana sarà messo a disposizione 1 milione di euro per sistemare il ponte Bailey in Val Taleggio, mentre in Valle Imagna saranno investiti 300 mila euro per terminare la variante di San Sosimo a Palazzago. Abbiamo firmato una convenzione con Infratel che porterà alla Provincia di Bergamo 30 milioni di euro per migliorare la copertura della banda ultra larga.”

“Attualmente stiamo lavorando con ABF, azienda bergamasca di formazione professionale, e da questa collaborazione sono nate esperienze d'eccellenza come l'ABF di San Giovanni Bianco, dove abbiamo agito soprattutto per rilanciare l'agricoltura di montagna. In Valle Imagna si sta cercando di far ripartire una scuola professionale di panetteria nella sede della ex scuola superiore a Cepino di S.Omobono Terme”.

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Abbiamo assistito ad una mediocre affluenza alle urne per le ultime amministrative in Valle Brembana. Quale potrebbe essere il motivo di questa disaffezione, forse non ancora generale, ma comunque già abbastanza diffusa?

“Queste elezioni amministrative hanno segnato l'abbassamento della quota di partecipazione ben oltre la media nazionale. È il segnale di una indisponibilità a farsi coinvolgere in polemiche politiche nazionali sul territorio e, al tempo stesso, della richiesta di risposte concrete e precise. Ci sono stati momenti di legittima arrabbiatura, come quella dei cittadini di Oltre il Colle che hanno giustamente e legittimamente manifestato durante gli Stati Generali a Zogno”.

Per motivi diversi, il prossimo anno chiuderanno la scuola media di Oltre il Colle e la scuola elementare di Selino Alto a S.Omobono Terme. Come vede il futuro delle scuole nelle valli?

“I cittadini hanno il diritto di essere scontenti di fronte ad una scuola che chiude. Ho apprezzato molto che i sindaci, pur non avendo un potere decisionale, si sono mossi per tempo per fare in modo che chi perde una scuola in montagna (si riferisce ad Oltre il Colle ndr) poi non sia lasciato a se stesso, e hanno messo in campo un progetto molto interessante sulla scuola di Serina”.

“Una scuola è un elemento di vitalità e di comunità per un paese e vorremmo tutti che ci fosse scuola di qualità in ogni Comune. Io, da insegnante, sono scettico sul funzionamento del modello educativo pluriclasse, però è evidente che in alcuni territori la comunità e il corpo docenti sono attrezzati per farla funzionare al meglio. Noi dobbiamo coniugare dialogo e monitoraggio sul territorio per non farci trovare impreparati rispetto a decisioni che dipendono da numeri definiti dal Ministero dell'Istruzione. Al tempo stesso dobbiamo lavorare per la migliore e possibile offerta educativa, dove tecnologia ed inglese siano sempre presenti. Bisogna ascoltare, capire e verificare per fare il meglio possibile, nel rispetto della volontà delle famiglie”.

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