San Pellegrino Terme, la Lega Nord chiede al Governo di riaprire il casinò

San Pellegrino Terme rivuole il suo casinò, ora anche per voce di alcuni rappresentanti bergamaschi della Lega Nord.
10 Settembre 2018

San Pellegrino Terme rivuole il suo casinò, ora anche per voce di alcuni rappresentanti bergamaschi della Lega Nord. Il deputato Daniele Belotti, la senatrice Simona Pergreffi e il consigliere regionale Alex Galizzi hanno infatti chiesto al Governo che venga riaperto lo storico Casinò della cittadina brembana. 

Una richiesta che va di pari passo con la possibilità che la casa di gioco di Campione d'Italia (provincia di Como), chiusa lo scorso 31 luglio, non venga più riaperta per un debito pari a 130 milioni di euro che ne ha decretato il fallimento. 

“L’Amministrazione Comunale di San Pellegrino Terme – spiega Simona Pergreffi a Bergamonews– da anni chiede al Governo l’adozione di un provvedimento che consenta la riapertura del locale casinò, attivo per diversi anni nel secolo scorso, come elemento fondamentale per lo sviluppo economico dell’intero territorio della Valle Brembana che vive una condizione di pesante difficoltà aggravata dalla chiusura di diversi impianti sciistici”. Al momento, in Italia, sono quattro le sale da gioco che hanno una concessione attiva: Sanremo, Venezia, Sain Vincent e Campione d'Italia, quest'ultima però recentemente chiusa. 

“Nel caso in cui Campione non riaprisse e quindi si libererebbe la concessione statale – dichiara Daniele Belotti, diventerebbe un’altra occasione di rilancio per l’economia della Valle visto che diventerebbe l’unica sala da gioco vicina a Milano. Inoltre, é importante sottolineare che San Pellegrino potrebbe rappresentare una possibilità di reimpiego per una parte dei 500 dipendenti del casa da gioco di Campione rimasti ora senza lavoro dopo il fallimento”. 

Dello stesso avviso Alex Galizzi: “Se si vogliono salvare la montagna e le valli bisogna però anche offrire opportunità di occupazione a chi in queste aree ci vive e il casinò potrebbe generare centinaia di posti di lavoro sia diretti che indiretti, ridando fiato anche alle stazioni sciistiche”

 

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