Terziario: saldo positivo in Bergamasca, ma nelle valli Brembana e Imagna il trend è negativo

Cresce il terziario in città (+14) che rappresenta quasi un’impresa su cinque (19,3%) delle nuove attività. Bene anche l’hinterland (+22,9%). In difficoltà sempre più evidente invece Valle Brembana e Valle Imagna.
19 Giugno 2021

Il terziario si rimette in marcia nella Bergamasca, ma in Valle Brembana e in Valle Imagna la situazione è meno rosea rispetto al resto della provincia: nel primo trimestre del 2021 in Valle Brembana e in Valle Imagna sono nate 14 nuove attività, ma nello stesso periodo 21 hanno chiuso i battenti. Il saldo è negativo: -7.

E dire che in provincia di Bergamo, dai dati del primo trimestre 2021 della Camera di Commercio, viene evidenziano un saldo positivo tra attività nate e cessate. Dopo le difficoltà del 2020, i primi tre mesi dell’anno segnalano infatti 445 aperture contro 363 chiusure, con un saldo di +82 attività. Le nuove aperture sono specchio della crisi generata dalla pandemia che ha accelerato il turnover, soprattutto nel commercio. Bar e ristoranti, invece, da sempre le attività maggiormente oggetto di compravendita ma anche di grande dinamismo, sono ferme e con un saldo negativo. Alla luce però della reale ripartenza di maggio, con molta probabilità il secondo e il terzo trimestre registreranno una crescita anche delle attività di somministrazione.

A livello giuridico crescono le ditte individuali che costituiscono il 74,4% delle nuove aperture con un saldo di +50 e le Srl con +40 imprese. In calo di 8, invece, il saldo di Snc e Sas. Riguardo alle ditte individuali il saldo è fortemente positivo nei giovani fino a 40 anni (+125), ovviamente aiutati dal ciclo generazionale favorevole, e nelle donne (+61), mentre gli uomini presentano un dato negativo (-11).

 

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Cresce il terziario in città (+14) che rappresenta quasi un’impresa su cinque (19,3%) delle nuove attività. Bene anche l’hinterland che con +22,9% di nuove attività registra la maggiore espansione. In aumento anche la Valle Seriana (+19), l’Isola bergamasca (+15) e la Val Calepio (+10). La Bassa bergamasca, invece, dopo la buona performance dello scorso anno registra un tiepido aumento (+7). Stabile la Val Cavallina, mentre – appunto – in difficoltà la Valle Brembana e la Valle Imagna (–7).

Riguardo alle tipologie di attività cresce soprattutto il commercio non alimentare spinto dal commercio web (che da solo fa +19 sugli 84 tra nati e cessati). In crescita anche i servizi alle imprese e agenti e procacciatori (+15). Torna a crescere il commercio alimentare (+8), mentre pagano l’anno terribile di pandemia sia il settore della somministrazione e ricettività (–16), sia gli ambulanti (–9) che registrano un calo sistematico da anni.

 “Dopo i cali registrati nel 2020, dati sul saldo delle imprese sono finalmente positivi e segnalano una forte vitalità del terziario orobico – commenta Oscar Fusini, direttore Ascom Confcommercio Bergamo –. Il fatto che le spinta venga dai giovani e dalle donne è un trend doppiamente confortante. Non dobbiamo però trascurare due aspetti sui quali siamo preoccupati: l’eccessiva euforia da ripartenza, non supportata da una reale ripresa dei consumi e combinata con la ricerca affannosa di uno sbocco occupazionale, può favorire la nascita di nuove imprese molto fragili da un punto di vista delle competenze imprenditoriali. Altro tema delicato è la solidità economica e finanziaria: ci sono ancora infatti nuovi imprenditori che avviano l’attività senza un accurato piano economico e finanziario e una scelta di affiancamento e accompagnamento”.

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