Troppi spostamenti e Regione Lombardia pensa a misure più restrittive, Gallera: ‘Chiusura totale’

Uno studio evidenzia la scarsa propensione a restare in casa, Gallera: 'situazione inaccettabile'
19 Marzo 2020

Le misure di quarantena non sono rispettate da tutti. È quanto emerge da uno studio condotto da due ricercatori dell’Università degli Studi di Bergamo, Alessandro Frassò e Francesco Finazzi. I due hanno raccolto dati dagli smartphone di un campione di italiani: si rileva così che il 10 marzo è rimasto in casa il 29% degli appartenenti al campione, domenica 15 la percentuale è aumentata fino al 50%, per poi scendere fino al 38% il lunedì 16.

“Abbiamo analizzato i dati raccolti sulla mobilità di un campione di 20.000 italiani che partecipano a questo progetto di rilevazione sismica – spiega Francesco Finazzi a L’Eco di Bergamo – Grazie al progetto Earthquake Network, un progetto nato per avvisare la popolazione di eventuali allerte sismiche grazie all’App “Rilevatore Terremoto”. I dati segnalano una diminuzione nei chilometri percorsi in media, che vanno dai 14 del 10 marzo ai 4 di domenica 15. Il 16 marzo però la cifra aumenta di nuovo, assestandosi a circa 9 chilometri, con una media di 7 in Lombardia. “Chiaramente” aggiunge Finazzi “per effetto del weekend, in cui non si lavora. Anche se comunque metà degli italiani è uscita”.

Numeri significativi, che potrebbero portare ad un ulteriore inasprimento delle misure di quarantena. Giulio Gallera, l’assessore al Welfare della Regione Lombardia, in un’intervista a Repubblica ha lanciato l’allarme. “Avevamo chiesto di chiudere tutto, in accordo con i sindaci. Negozi, uffici pubblici, aziende non coinvolte nei servizi essenziali, sport all’aperto. È un sacrificio? Certo che lo è, ma non ci sono altre strade”.

Gallera evidenzia la crescita del numero dei morti, 319 nelle ultime 24 ore solamente il Lombardia. Gli ospedali, spiega l’assessore, sono allo stremo, e i malati continuano ad arrivare. “A tutti stiamo chiedendo un sacrificio grosso, ma non ci sono alternative, la gente in giro è troppa. Quattro persone su dieci in Lombardia, nonostante le restrizioni, ancora escono, si spostano di quartiere in quartiere, lo abbiamo monitorato grazie alle celle telefoniche, senza violare la privacy di nessuno”.

Una situazione insostenibile, che verosimilmente porterà alla richiesta al Governo di misure più restrittive: “Valuteremo le curve dei dati tra oggi e domani e faremo una proposta” assicura Gallera.

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