Marco, Samuele, Gabriel e Omar per rilanciare il teatro Ideal di Cepino

Marco, Samuele, Gabriel e Omar insieme con un unico obiettivo: sistemare e rilanciare il teatro a Cepino di Sant'Omobono Terme.
12 Aprile 2019

Un gruppo di ragazzi e amici, con un unico obiettivo: sistemare e rilanciare il teatro del paese. Siamo a Sant'Omobono Terme, più precisamente nella frazione di Cepino. Il Teatro Ideal dagli anni '70 vuole essere un luogo di svago ed aggregazione per i giovani (e non solo) valdimagnini. Ma da chi è composto questo gruppetto di giovani? Sono Marco Previtali, Samuele Salvi, Gabriel Manzinali e Omar Brumana. Abbiamo intervistato Marco – quasi trentenne di Sant'Omobono, Selino Basso – in qualità di portavoce.

Le origini del Teatro Ideal risalgono agli anni '70, quando – fortemente voluto dalla Parrocchia di Cepino – nasce principalmente come centro di aggregazione, con la possibilità di guardare dei film in compagnia. Ma che fine ha fatto il cinema, ora? A lungo, infatti, la sala è stata adibita per questo scopo, ma con il tempo il suo destino ha preso una piega diversa, soprattutto a causa dei costi eccessivi di proiezione, trasformandosi in solo teatro. “Per adesso rimane un sogno irraggiungibile, soprattutto per questioni economiche” spiega Marco. Supervisionato dal don Alessandro Locatelli, l'idea di questi giovani operativi già dal 2016 è rilanciare un luogo di comunità che possa essere il fulcro di tutta una Valle. “Abbiamo cercato di fare qualcosa per sistemarlo e al tempo stesso cercare di organizzare anche qualche evento” spiega Marco.

Molte sono infatti gli eventi attualmente proposti dal Teatro, a partire dagli appuntamenti annuali come lo spettacolo di carnevale e il concerto di Natale. Recentemente è stato organizzato anche un concorso canoro dal titolo #fuorilavoce, dedicato a bambini e ragazzi. “Abbiamo cercato di coinvolgere ragazzi e famiglie della Valle e abbiamo ottenuto una risposta molto positiva – racconta Marco – è stata una bella serata e sicuramente ne faremo una seconda edizione”.

Lo “zoccolo duro” resta comunque la rassegna dialettale teatrale, un appuntamento storico. Con i suoi 400 posti, il Teatro potrebbe infatti ospitare moltissime persone e, di conseguenza, anche manifestazioni di portata più ampia. “Potrebbe, perché l'ostacolo più grosso è rappresentato dalla mentalità spesso non eccessivamente aperta della valle, che lascia poco spazio a manifestazioni ed eventi diversi dall'ordinario. Noi pian piano ci proviamo comunque – aggiunge Marco – anche se bisogna andare con i piedi di piombo”.

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L'obiettivo ora resta quello di riuscire a coinvolgere più persone possibile da più punti della valle, per far sì che questo a Cepino possa diventare un po' 'il teatro della Valle', il punto sinergico fra diversi Comuni per quanto riguarda le attività culturali. I progetti futuri sono ancora, attualmente, in fase di elaborazione, ma Marco assicura che porteranno delle novità. “Qualche progetto c'è, adesso vediamo se riusciamo a concretizzarlo – spiega – pian piano, senza esagerare, cercheremo di aggiungere qualcosa per rendere le proposte più interessanti”.

Recentemente sono anche stati effettuati dei lavori, migliorie per questo bel Teatro che nonostante la sua “età” si mantiene ancora molto bene, oltre ad essere assolutamente in sicurezza. Ad essere sostituito è stato l'impianto luminoso, ormai obsoleto, con 16 nuovi fari led, mentre ora una delle priorità è la sistemazione anche dell'impianto audio. “L'obiettivo è utilizzare le risorse ottenute dagli spettacoli per sistemare altre aree – aggiunge Marco – Piano piano cerchiamo di fare qualcosa per la gente della Valle Imagna e al tempo stesso sistemare il teatro e renderlo sempre migliore”

Il lato negativo è, infatti, quello economico: il Teatro appartiene alla Parrocchia e i fondi spesso non sono sufficienti per effettuare operazioni di migliorie. Per questo motivo, Marco e il suo gruppo vogliono lanciare un appello: “Qui a Sant'Omobono c'è un gruppo di ragazzi, volenterosi, che sta tentando di rilanciare questo cinema molti importante in Valle Imagna e che è aperto a collaborazioni con varie associazioni su tutto il territorio della Valle. Ben venga se c'è qualcuno che ci possa sostenere a livello economico”.


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