Almenno San Bartolomeo piange Giuseppe Frigeni: una vita dedicata alla famiglia e alla comunità

Almenno San Bartolomeo piange Giuseppe Frigeni, geometra di 74 anni. ''Bepi''. così era conosciuto in paese, si è spento domenica sera circondato dall'affetto dei suoi famigliari.
21 Luglio 2020

Almenno San Bartolomeo piange Giuseppe Frigeni, geometra di 74 anni. “Bepi”, così era conosciuto in paese, si è spento domenica sera dopo una lunga malattia, affrontata con coraggio e positività, circondato dall'affetto della moglie Nicoletta, dei figli Alessandro e Francesco e di tutti i suoi cari. Un uomo generoso, umile e altruista per natura, al tempo stesso tenace e determinato: nel corso della sua vita ha sempre messo al centro di tutto la sua famiglia e l'impegno politico e sociale a favore della comunità del suo paese, Almenno, impegnandosi anche nella sua amministrazione.

Frigeni è stato infatti Consigliere comunale per 30 anni, dal 1970 al 1995 e dal 1999 al 2004, assessore comunale dal 1975 al 1985 con le giunte guidate dal sindaco Battista Bonfanti, vicesindaco e assessore dal 1985 al 1990 sotto la guida del sindaco Gianluigi Fagiani, e assessore in Comunità Montana Valle Imagna dal 1990 al 1995, con la giunta di Rocco Todeschini. 

Da amministratore comunale ha contribuito alla realizzazione di diverse opere pubbliche del paese negli anni 70 e 80 (il nuovo municipio, le scuole medie, le prime case popolari, l’asilo nido alle Cascine, il campo da calcio di Albenza, il ponte di Barlino, ecc..) e alla realizzazione della rete fognaria e della rete del metano nel paese; sono stati anni fondamentali per lo sviluppo del paese di Almenno San Bartolomeo che da piccolo borgo rurale si apprestava a diventare un centro dinamico e moderno dotato di servizi e di un tessuto economico florido e vitale.

Un impegno politico maturato nei valori del cattolicesimo e della dottrina sociale della Chiesa, che lo hanno portato a militare nella Democrazia Cristiana, come segretario di sezione, prima e nel Ppi poi, nella Margherita successivamente ed infine nel Partito Democratico. Una grande passione politica, che ha trasmesso al figlio primogenito Alessandro, architetto e attualmente sindaco di Almenno San Bartolomeo.

Giuseppe Frigeni era anche appassionato dei monumenti romanici almennesi e della loro edilizia storica e religiosa. Per 12 anni, dal 2005 al 2017, è stato infatti componente del consiglio direttivo dell'Antenna Europea del Romanico, seguendo i progetti di sviluppo del sistema culturale del romanico di Almenno. Frigeni aveva ricevuto inoltre la medaglia d'oro Avis per i tanti anni come donatore di sangue. Grande amante dello sport, in particolare dell’Atalanta, amava molto le camminate in montagna. Suo ultimo desiderio era ritornare sul Monte Rosa al Rifugio Regina Margherita dove era stato da giovane negli anni 60 con i suoi amici dell’oratorio.

Mio padre, al quale ero legatissimo,​ è stato il mio grande maestro di vita – ricorda il figlio Alessandro – Un padre affettuoso e anche severo quando era necessario, ma anche un amico che nella vita mi ha saputo orientare e consigliare nel modo giusto. È stato, e sarà sempre, per me e per tutti noi un esempio straordinario di impegno e generosità nei confronti della nostra famiglia e della sua comunità; ci ha dato un grande esempio anche nell'affrontare la lunga malattia sempre con grande coraggio, positività e voglia di vivere”.

Fin da piccolo mi ha insegnato i valori ai quali cerco ogni giorno di ispirare la mia vita: l'onestà, l'umiltà, l'altruismo, il bene comune, l'impegno sincero e disinteressato in favore della comunità ed è grazie al suo prezioso insegnamento ed esempio che ho coltivato negli anni la vocazione di amministratore comunale fino alla decisione, nel 2018, di candidarmi sindaco al servizio della comunità – conclude – Lo scorso anno, dopo essere stato eletto sindaco, la prima persona che sono corso ad abbracciare è stato proprio lui, mio padre, il mio primo e più grande sostenitore e consigliere”.

Grande appassionato di viaggi culturali alla scoperta dei vari paesi europei, grazie a mio padre già in tenera età io e mio fratello abbiamo avuto la possibilità di viaggiare per tutta Europa in campeggio”, ricorda il figlio Francesco.

E’ stato un grande esempio anche nell’affrontare la sua lunga malattia, con grande coraggio, positività e voglia di vivere; nonostante l’avanzare della malattia fino a pochi mesi fa era ancora molto attivo supportando il figlio Francesco nello studio tecnico di famiglia e dedicandosi, da nonno amorevole, ai suoi amati nipoti Federico, Giuseppe e Maria. I funerali verranno celebrati domani alle 10, nella chiesa parrocchiale di Almenno San Bartolomeo.

La famiglia, la professione, l'impegno sociale, politico e culturale

Nato nel 1946 in una famiglia numerosa che viveva alla Cascina “Ena” vicino al torrente Tornago, figlio di Carlo, contadino e operaio, alpino reduce della seconda guerra mondiale e della campagna militare di Russia, la mamma Gemma, casalinga e contadina, si occupava di lui e dei suoi tre fratelli Giancarlo, Maria Teresa e Maurizio.

Una gioventù di sacrifici e impegno: il lavoro durante il giorno e lo studio alla sera; ha iniziato a lavorare a 14 anni come disegnatore presso lo Studio De Beni di Bergamo e alla sera studiava all’Istituto Fantoni di Bergamo dove si è diplomato nel 1965, dal 1965 al 1970 ha studiato alle serali all’Istituto per Geometri Giacomo Quarenghi dove si è Diplomato Geometra nel 1970.

Il sabato e la domenica erano dedicati all’impegno in oratorio come catechista e volontario; poco più che ventenne, proprio all’oratorio Don Seghezzi di Almenno San Bartolomeo ha sviluppato la sua vocazione all’impegno civico e sociale fondando alla fine degli anni 60 con altri giovani almennesi il giornale “Il Pungolo”, una pubblicazione locale che si poneva l’obiettivo di dare voce alle istanze di cambiamento dei giovani (molto sentite in quegli anni); proprio all’oratorio ha conosciuto la sua futura moglie Nicoletta, con la quale si è sposato nel 1975.

Sempre desideroso di accrescere il proprio bagaglio culturale negli anni successivi si è iscritto prima alla Facoltà di Architettura del Politecnico di Milano e poi alla Facoltà di Pedagogia dell’Università degli Studi di Milano sostenendo anche alcuni esami.

Successivamente ha lavorato come geometra presso lo Studio Belometti di Bergamo, svolgendo al contempo anche la libera professione presso il suo studio di Almenno San Bartolomeo, dove era molto conosciuto e apprezzato a livello professionale, avendo progettato, in oltre quarant’anni di carriera professionale, molti edifici e abitazioni in tutto il paese; un impegno professionale che è stato poi raccolto dal secondogenito Francesco, ingegnere e attuale titolare dello Studio Tecnico.

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