IPSSAR San Pellegrino, Comune e Provincia in disaccordo: studenti per ora senza palestra

Disaccordo sulla palestra comunale del paese, da anni in affitto alla Provincia e utilizzata dagli studenti dell'Istituto Alberghiero, che ancora non sanno se quest'anno potranno seguire le lezioni di educazione fisica nella struttura del paese.
26 Agosto 2019

Mancano poche settimane ormai al suono della prima campanella dell'anno scolastico per moltissimi studenti della provincia, Valle Brembana compresa. A San Pellegrino, però, la situazione è già agitata: la questione riguarda infatti la palestra comunale del paese, da anni in affitto alla Provincia e utilizzata dagli studenti dell'Istituto Alberghiero, che ancora non sanno se quest'anno potranno seguire le lezioni di educazione fisica nella struttura del paese.

Il braccio di ferro fra Comune di San Pellegrino e Provincia di Bergamo è bollente già da alcune settimane: da via Tasso fanno sapere che la tariffa sarebbe troppo alta, mentre l'Amministrazione replica che si tratterebbe invece di un prezzo adeguato. Ad oggi, nessun accordo è stato ancora raggiunto e già si varano ulteriori ipotesi, come utilizzare le palestre delle vicine San Giovanni Bianco e Zogno, per mezzo bus.

Attualmente, il prezzo sarebbe di circa 42 mila euro all'anno, tariffa oraria di 40 euro. Fino al 2003 il Comune ha concesso l'utilizzo della palestra gratuitamente, ma da circa dieci anni era in affitto alla Provincia, inizialmente per 50 mila euro annui tramite una convenzione. Convenzione ormai in scadenza (il 31 agosto) e non rinnovata, tanto da spingere il primo cittadino di San Pellegrino, Vittorio Milesi, a inviare una missiva indirizzata al presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli, illustrando le motivazioni dietro l'accordo.

La Provincia avrebbe dovuto realizzare una sua palestra nel 2004, ma non lo fece. Così il Comune, per soddisfare le esigenze dell'Alberghiero, costruì a sue spese per due milioni di euro una nuova palestra – ha spiegato il sindaco Milesi a L'Eco di Bergamo – Infine, un milione e mezzo di euro di finanziamento regionale sono stati destinati per opere straordinarie e ampliamento della scuola, senza alcun riconoscimento per gli sforzi assicurati dal Comune. Ora approveremo la tariffa oraria, sarà di 40 euro, in linea con quanto la Provincia chiede a chi utilizza le proprie strutture”.

Non è della stessa opinione la Provincia, tanto meno il suo Presidente Gafforelli, che ritiene la cifra proposta da San Pellegrino troppo alta. “Noi possiamo pagare la stessa quota che diamo per altre strutture comunali, non la cifra che chiede il Comune – ha spiegato – Tra le soluzioni ipotizzate c'è anche la richiesta di utilizzo dei palasport nei comuni vicini”. L'ipotesi ha incontrato anche il parere positivo del dirigente scolastico Luigi Brizio Campanelli, che lascerà a settembre la scuola, affermando che “per la Provincia 40 euro all'ora sono troppe e la scuola non può certo accollarsi i costi”.

Una situazione quindi precaria, che per ora non ha ancora trovato una risoluzione definitiva a pochi giorni dalla scadenza della convenzione. “Il tema centrale è capire cosa la Provincia vuole fare dell'Istituto Alberghiero di San Pellegrino, da oltre mezzo secolo scuola d'eccellenza della Bergamasca, con un nome e una qualità riconosciuti anche all'esterno” è la valutazione del sindaco Milesi, sollevando un problema recente, ovvero quello del calo di iscritti in seguito all'apertura di altre due scuole alberghiere a Bergamo e a Romano di Lombardia, determinando una significativa diminuzione e una “perdita” di oltre 200 studenti, destinata a crescere sempre di più.

Nel rispetto della tanta sbandierata attenzione per la montagna e la Valle Brembana – si legge nella lettera di Vittorio Milesi – L'Istituto di San Pellegrino dovrebbe essere promosso, difeso e salvaguardato nella sua qualità, piuttosto che ignorato e abbandonato a se stesso”. Dalla Provincia, intanto, giunge la risposta: “L'eccellenza e la storicità dell'Alberghiero di San Pellegrino non sono in discussione. Ora dobbiamo fare uno sforzo affinché tutto ciò venga valorizzato”, afferma Gafforelli.

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