Il meteo ‘parla valdimagnino’ con Manuel Mazzoleni, il meteorologo di Capizzone

Da qualche anno a questa parte il bollettino meteo parla anche 'valdimagnino'. Proprio così: su 3BMeteo, BergamoTV, Telelombardia (sulle nostre pagine) e in altre emittenti capita spesso di trovare Manuel Mazzoleni, valdimagnino doc.
19 Gennaio 2019

Da qualche anno a questa parte il bollettino meteo “parla anche valdimagnino”. Proprio così: sul sito web di 3BMeteo, Bergamo TV, Telelombardia (sulle nostre pagine) e in altre emittenti capita spesso di trovare Manuel Mazzoleni, valdimagnino doc, originario di Capizzone, e, ovviamente, esperto meteorologo.

Manuel Mazzoleni è uno dei volti più noti del portale italiano di previsioni meteorologiche 3BMeteo, per il quale lavora da oltre 10 anni, fin dall'inizio della sua carriera. La sua passione per questa scienza sboccia alle scuole superiori frequentando l'Istituto Aeronautico di Bergamo, dove nel piano di studi è presente anche la materia di meteorologia. Manuel decide così di coltivare il suo interesse per questa disciplina, il che lo porterà a laurearsi successivamente in Fisica all'Università degli Studi di Milano, con specialistica in Fisica dell'Atmosfera.

Tema più spinoso da trattare con Manuel, ma sicuramente attuale, riguarda l'ormai inconfutabile cambiamento climatico che sta colpendo con forza anche le nostre valli bergamasche: il surriscaldamento globale è, ormai, una certezza e porta con sé diversi effetti collaterali che negli ultimi anni stiamo sperimentando in prima persona quali, ad esempio, l'aumento delle temperature, l'acidificazione degli oceani e lo scioglimento dei ghiacciai e delle nevi – anche sulle nostre Prealpi Orobiche. “Questo cambiamento può portare conseguenze anche su quello che non è più clima, ma meteo – spiega Manuel Mazzoleni – Come quegli eventi estremi che tendono ad enfatizzarsi in piogge insistenti e concentrate in periodi più brevi. Per cui il cambiamento climatico, che è in parte indotto dall'uomo, può influenzare anche il meteo su scala locale e quindi anche noi.”

Nelle nostre valli, il riscaldamento globale si nota principalmente con l'assenza delle nevicate. Secondo Mazzoleni, un'altra grande conseguenza è un leggero spostamento delle stagioni, che tendono a posticipare di qualche settimana. Per cui l'inverno e la primavera propendono ad iniziare più tardi (verso la fine di gennaio e l'inizio di febbraio), mentre l'estate a prolungarsi per più tempo, portando anomale ondate di caldo a settembre e a ottobre. “Il limite delle nevicate si sta alzando – afferma Mazzoleni – Nel corso dei prossimi decenni gli impianti sciistici potrebbero vedersi costretti a salire leggermente di quota.”

Secondo alcuni dati preliminari, la temperatura media su scala italiana è stata una delle più alte, rendendo il 2018 l'anno più caldo degli ultimi 200 anni. “Anche per Bergamo e la bergamasca il 2018 è stato un anno con temperature sopra le medie del periodo. E' stato un 2018 abbastanza caldo e anche siccitoso perché di precipitazioni nel periodo invernale se ne sono viste poche, sfortunatamente – spiega Mazzoleni  – A mio avviso, il 'Bianco Natale' lo vedremo sempre meno.”

Ma come viene formulata una previsione? “Si basa tutto su dei modelli fisico-matematici, elaborati da computer, che, osservando la situazione iniziale, simulano l'evoluzione nel tempo dell'atmosfera e dei parametri meteorologici come l'umidità e il vento – spiega Mazzoleni – Carichiamo i parametri su delle carte e compiliamo un database. L'Italia è divisa in micro-settori e per ogni settore apponiamo un simbolo meteo, una temperatura e i parametri relativi, creando così una previsione meteorologica.”

L'affidabilità di una previsione meteo dipende dalla situazione meteorologica attuale, ma si aggira statisticamente sul 90-95% per i primi tre giorni. Dal terzo giorno in poi, comincia a decrescere in maniera esponenziale raggiungendo il 60-70% fino a sette giorni. “Dal settimo giorno scende gradualmente anche sotto il 50% e non è più considerata attendibile. Abbiamo una linea di tendenza ma di previsione vera e propria si parla fino a 7 giorni.”, spiega Mazzoleni.

Previsioni che, grazie all'avvento dell'era tecnologica, hanno fatto passi da gigante sia in termini di precisione, premettendo di ottenere dei modelli sempre più affidabili e vicini alla realtà, che in termini di diffusione, rendendo la consultazione meteo a portata di clic per milioni di utenti. “Fortunatamente la tecnologia è venuta in nostro aiuto e ci ha permesso di ottenere previsioni migliori. Evolviamo continuamente e quindi cerchiamo di avvicinarci sempre di più alla realtà, anche se sappiamo che è impossibile arrivare ad essere precisi al 100%.”, osserva Mazzoleni.

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