Itinerari fra arte, gusto e fede – Cornabusa, ‘Luogo del Cuore’ per la Valle Imagna e l’Italia

In attesa di conoscere i risultati finali e con l’invito di votarlo affinché possa scalare la classica del FAI, ecco perché si tratta di un santuario unico.
3 Novembre 2018

Che il Santuario della Cornabusa sia un “Luogo del Cuore” per tanti bergamaschi che risiedono in Valle Imagna, in provincia o che ormai vivono altrove, non è né una novità né una notizia. Tanti valdimagnini sono cresciuti con il santino della Madonna, con i falò, i lumini e i fuochi d’artificio a illuminare la notte del secondo sabato di settembre, il pensiero a Lei rivolto nei momenti di difficoltà ma anche di gioia. Quello che però stiamo scoprendo, mese dopo mese, è che la Cornabusa può essere un “Luogo del Cuore” per l’Italia intera. A circa un mese e mezzo dalla classifica definitiva e a poche settimane dalla pubblicazione dell’ultimo parziale, sul sito del Fai – che come ogni anno invita a indicare i beni più amati da non dimenticare – il santuario di Cepino è in 4a posizione con 29.329 voti (nel momento in cui scriviamo: il dato si aggiorna continuamente).

Una posizione che potrebbe ancora cambiare ma che già è un successo se si considera che sorge in provincia, lontano dalle grandi direttrici e dai centri noti, ed è in gran parte frutto del tempo e della natura. La stessa chiesa (ci perdoneranno i valdimagnini che ben lo conoscono e per i quali la descrizione è superflua) non è costituita da cemento, archi e volte, ma direttamente ricavata dalla e nella grotta, come suggerisce il nome stesso, che in bergamasco significa “roccia bucata”. Lo spazio interno non è ordinato da navate e colonne, ma segue l’andamento della roccia grezza, umida. Ad accompagnare le preghiere e le celebrazioni, inoltre, non è la musica di un organo ma le gocce che dal soffitto schizzano a terra e lo scrosciare di una sorgente, situata nell'“abside” naturale dietro all’altare. Tutti elementi che rendono questo luogo estremamente suggestivo benché non possa vantare fra le schiere di coloro che l’hanno costruito e abbellito celebri pittori, scultori o architetti. 

L’origine del luogo è da far risalire al periodo delle lotte tra Guelfi e Ghibellini, tra il 1350 e il 1440. Per sfuggire alle violenze, alcuni abitanti della zona si nascosero qui, portando con sé la statuetta lignea della Madonna che si racconta sia stata lì dimenticata e nel secolo successivo fu al centro di un miracolo: un giorno una pastorella sorda e muta si riparò in quest’antro con il suo piccolo gregge, trovò tra le rocce la statua e riacquistò la voce e l’udito.

A rendere unica la Cornabusa contribuisce poi la sua collocazione. Oggi vi si arriva con una comoda strada dotata di un ampio parcheggio, ma in passato non era così. Situata a mezzacosta, circondata da arbusti e crepacci, la grotta era per i pellegrini una piccola grande conquista: l’avvicinarsi era lento, quasi una processione, solitaria o comunitaria che fosse, scandita dalle preghiere e dalle soste (anche per riprendere fiato) nei pressi delle sette cappelle, dedicate agli altrettanti dolori di Maria, che si trovano sul sentiero di risalita. Una volta giunti in cima, impossibile non percepire, ancora oggi, un’atmosfera diversa. E non respirare un senso di pace e sicurezza, quasi riecheggiassero nell’aria i sentimenti provati secoli fa da chi, qui, trovava rifugio in quei travagliati tempi. “La sicurezza materiale di allora, ossia l’avere un posto dove fuggire e celare i propri tesori più cari – si legge sul sito del santuario – è trasposta su un piano più spirituale: la sicurezza interiore di qualcuno che veglia su di noi e, per i tanti emigranti valdimagnini, la certezza del ritorno ad un approdo sereno, famigliare”.

Una sensazione, quella provata dagli emigranti, sentita da tanti e così ben rappresentata da un nome illustre che raggiunse la cima del mondo (e contribuì a cambiarlo) senza dimenticarsi di quello che lui stesso definì “il santuario più bello che esista, perché non l'ha fatto la mano dell'uomo, ma Dio Stesso”. Originario di Sotto il Monte, Papa Giovanni XXIII ebbe un forte legame con la Madonna della Cornabusa. Per la ricorrenza del 50esimo di ordinazione sacerdotale l’allora Cardinale Angelo Giovanni Roncalli, patriarca di Venezia, trascorse qui cinque giorni in ritiro spirituale. E poi chissà quante volte la sua mente e le sue preghiere si rivolsero a quella statuetta di Maria che reca fra le braccia il corpo senza vita del figlio Gesù.

Al dolore composto della Madonna, quasi a volerlo alleviare, sembra rivolgersi anche il colore, la bellezza e l’unicità di un fiore che pochi conoscono: la “campanula elatinoides”, una specie di pianta erbacea appartenente alla famiglia delle campanulacee, molto rara, originaria delle Alpi lombardo-venete. La campanula abbellisce le pareti del santuario, sia esternamente che internamente, e le sue tinte sono un richiamo al manto tradizionale della Beata Vergine Maria. La pianta, inoltre, fiorisce a fine estate, proprio nel periodo in cui si svolge la festa della Madonna e la sua corolla, stellata e non campanulata come nella maggior parte delle specie congeneri, è un ulteriore richiamo ai segni della rappresentazione mariana.

DOVE SI TROVA E QUANDO VEDERLO:

Viale Papa Giovanni XXIII, 52, Sant’Omobono Terme (Bg). Nel santuario si celebra dal lunedì dell’Angelo fino alla fine di ottobre; nei restanti mesi dell’anno non vi sono celebrazioni, per quanto la grotta rimanga sempre aperta, tranne in caso di ghiaccio o neve sulla strada. Nei mesi invernali sono chiusi anche i servizi legati al santuario.

IL MUSEO:

Nell’edificio adiacente alla grotta si trovano un bar ristorante, la cancelleria e un museo che, oltre a custodire numerosi ex voto, possiede anche una stanza per incontri. Fuori dal museo, c’è una meravigliosa terrazza, dove si può ammirare tutta la valle.

COME VOTARE LA CORNABUSA:

La partecipazione al censimento avviene attraverso la votazione di uno o più luoghi, mediante una delle seguenti modalità: l’accesso al sito www.iluoghidelcuore.it, accesso all’App “FAI – Fondo Ambiente Italiano”, la compilazione di appositi moduli di raccolta firme (scaricabili dal sito www.iluoghidelcuore.it o da richiedere all’Ufficio I Luoghi del Cuore), la compilazione di cartoline reperibili presso le filiali del gruppo Intesa Sanpaolo. 

La classifica è pubblicata sul sito www.iluoghidelcuore.it ed è composta dalla somma, per ogni Luogo del Cuore, dai voti via web e di quelli cartacei, che vengono aggiunti periodicamente ai primi. La classifica verrà aggiornata fino al 15 ottobre 2018, dopo tale data non ci saranno aggiornamenti fino all’annuncio della classifica definitiva, che avverrà attraverso una conferenza stampa nazionale. I risultati del censimento verranno resi pubblici entro marzo 2019 e pubblicati sul sito web.

Il FAI interverrà a favore dei primi tre luoghi maggiormente votati, sulla base di specifici progetti di azione. Si impegna inoltre a intervenire su alcuni dei luoghi più votati, attivandosi per sostenere sul territorio azioni di recupero, tutela e valorizzazione, anche attraverso la possibile erogazione di contributi. Inoltre il Luogo che risulterà maggiormente votato nelle filiali di Intesa Sanpaolo e Banche del gruppo, purché abbia raggiunto una soglia minima di 2.000 voti, riceverà un contributo di 5.000 € indipendentemente dalla sua posizione finale.

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