Stefano Salandra, una vita da top player del calcio orobico

Stefano Salandra è senza ombra di dubbio alcuno una delle icone del panorama calcistico orobico. Valdimagnino, attaccante scuola Atalanta, Stefano vanta una lunga carriera che lo ha visto protagonista prevalentemente fra la Serie C e Serie D.
14 Novembre 2018

Stefano Salandra è senza ombra di dubbio alcuno una delle icone del panorama calcistico orobico. Classe 1980, valdimagnino di Capizzone, attaccante scuola Atalanta, Stefano vanta una lunga carriera che lo ha visto protagonista prevalentemente fra la Serie C (ex Lega Pro) e Serie D, chiudendo quasi ogni stagione in doppia cifra a livello realizzativo. Ora che ha da poco appeso gli scarpini al chiodo, abbiamo avuto il privilegio di poter porre all'ex centravanti fra le altre di Pontisola, Colognose, Biellese, Oggiono e Ciserano, alcune domande sulla sua carriera e sui suoi progetti futuri.

Innanzitutto, Stefano, grazie per la disponibilità. Raccontaci qualcosa dei tuoi primi anni da piccolo calciatore, e come sia nata la tua passione per questo sport.

La passione è nata praticamente da subito, sin dall'asilo praticamente. I miei primi calci al pallone li diedi a Capizzone, la società addirittura fu costretta a pagare una sanzione per poter ottenere una deroga dato che ero più giovane rispetto all'età minima richiesta per la categoria. Sono questi, gli anni della mia infanzia, che ricordo con maggiore piacere, tutto nel calcio ruotava attorno al gioco. A Capizzone passai tre anni, Gianmario, il nostro allenatore, fu straordinario, un uomo che ha dedicato la propria vita con passione ad allenare i piccoli del paese, passai poi al Valle Imagna dove trovai Zambelli, allenatore importantissimo dato che mi insegnò come non andare in fuorigioco.

Il passaggio al settore giovanile dell'Atalanta fu motivo di grande orgoglio tanto per me quanto per la mia famiglia, fui catapultato in un mondo nuovo, un mondo fatto di regole ferree, di lunghi viaggi in auto e di tanti sacrifici sia per me che per i miei genitori. Avevo dodici anni e ammetto fu davvero dura. Questa vita oggi molti giovani calciatori la fanno già sotto i dieci anni, la cosa mi lascia decisamente perplesso, da padre di famiglia non so quanto mi sentirei di augurare questo percorso ad un bimbo così piccolo.

Hai avuto una carriera lunga in categorie non certo facili, hai accarezzato la serie B, hai giocato in C1, in C2 e molti anni in serie D, quale ritieni sia stata la tua migliore stagione? 

Sicuramente  la stagione 2012/2013 (stagione nella quale Stefano, indossando la maglia del Pontisola, totalizzò ben 26 reti in 32 presenze ndr), si creò un gran feeling con l'allenatore, quel Pontisola inoltre era decisamente una squadra di livello alto, mancammo purtroppo per un solo punto la vittoria del campionato e, di conseguenza, la promozione diretta in Lega Pro.

Hai totalizzato moltissime reti in carriera, hai una tua personale top 5?

In tutta onestà no, è molto difficile fare una classifica, ci sono state molte reti siglate nei minuti finali che hanno portato una grandissima euforia all'interno della squadra, o anche qualche goal di buona fattura per il quale ho ricevuto applausi e complimenti anche da giocatori e tifosi avversari. Ma mi viene molto difficile scegliere solo cinque goal.

Abbiamo saputo che ti alleni con il Valle Imagna, è possibile ipotizzare un tuo ritorno al calcio giocato in Terza Categoria?

Purtroppo, a causa dei tanti impegni di lavoro, non mi è possibile allenarmi. Seguo comunque sempre la società, sono legato da diverse amicizie con chi lavora nel settore giovanile. Ho collaborato e collaborerò ancora in futuro sia per i camp estivi, ma anche per il torneo Under 17 “Imagna Tournament”, la cui prima edizione è stata un successo davvero incredibile.

Hai già accennato qualcosa, quali saranno quindi i tuoi eventuali progetti futuri legati al mondo del calcio?

Il mio desiderio è quello di poter fare nel calcio qualcosa che mi diverta, collaborare con gente di qualità, non solo per quanto riguarda l'aspetto sportivo. A livello di prime squadre questo ad oggi non è successo e personalmente non sento l'esigenza di dover fare per forza qualcosa in quel contesto. Oggi sono responsabile di una scuola calcio all'oratorio Sant'Anna di Bergamo, inoltre con due amici abbiamo dato vita ad una società chiamata Sky Game la quale si occupa di organizzazione e promozione di eventi sportivi.

(Fonte Immagine: LeccoNews)

 

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