Stacey Harris, la scrittrice inglese con il cuore brembano

Stacey Harris, è una donna inglese cresciuta a Londra ma che ha trovato in Val Brembana il suo compagno di vita. Galeotta fu la forte indole viaggiatrice di Stacey che sin da giovanissima la spinse ad uscire da Londra e scoprire il resto del mondo.
13 Luglio 2019

Quella di Coralie Smith, che vi abbiamo raccontato un paio di mesi fa (leggi QUA), non è l’unica storia d’amore sulla tratta Londra-Valle Brembana. Anche Stacey Harris, classe 1958, è una donna inglese cresciuta nella bellissima capitale britannica ma che ha trovato in Val Brembana il suo compagno di vita. Galeotta fu la forte indole viaggiatrice di Stacey che sin da giovanissima la spinse ad uscire da Londra e scoprire il resto del mondo (Val Brembana compresa, of course).

“Ho trascorso gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza a Londra ma, una volta completati gli studi, la voglia di viaggiare era troppa, così ho iniziato a lavorare come assistente di bordo per la compagnia “British Airways””. Stacey parla di quegli anni come intensi ma allo stesso tempo interessanti, in quanto ha avuto la possibilità di conoscere molti luoghi in ogni angolo immaginabile del mondo, scoprendone così le diverse culture. “Dopo qualche anno – continua Stacey – ebbi voglia di cambiamento e quando mi fu offerta un’occasione di lavoro come guida turistica all’Isola d’Elba, non seppi resistervi. Trascorsi dei mesi estivi molto belli, e qui conobbi una collega che mi convinse di proseguire con lei i mesi invernali nel piccolo resort sciistico di Foppolo”.

È da qui che inizia la sua avventura in Valle Brembana, un’avventura lavorativa, sì, ma che l’ha anche portata ad indossare l’abito bianco. “Una sera in montagna – ricorda Stacey – la mia collega invitò il cugino del suo fidanzato ad una cena in casa di amici. Ammetto di aver capito ben poco del loro dialogo in bergamasco, ma il destino ha voluto che trovassi l’amore con Primo Carletti, e così rimasi in val Brembana”.

 

Anche se le mancano tanti piccoli ricordi della sua vecchia vita, Stacey ci sorprende dicendo: “Ho trovato modo di apprezzare le sfaccettature e tradizioni della val Brembana, in particolare la sincerità della sua gente. È in questa valle che ho conosciuto la famiglia di mio marito, alla quale sono molto affezionata e che ringrazio sempre per l’accoglienza calorosa”.

Sempre qui Stacey ha vissuto e cresciuto la propria famiglia: dapprima vivendo per dieci anni a Foppolo, per poi spostarsi più vicino alla città trasferendosi a Piazza Brembana per vent’anni e, infine, la scelta di trasferirsi a San Pellegrino Terme, dove tuttora vive e dove spera di rimanerci con il marito. La famiglia però non finisce qui, infatti i coniugi Carletti hanno una figlia, Stephanie, che vive e lavora in Puglia. Una famiglia di viaggiatori potremmo dire, tanto che Stacey pensa già a quando potrà spostarsi da Nord a Sud per andare a trovare l’amata figlia.

La signora Harris però, non si è limitata a viaggiare, ma ha trasformato i viaggi in una storia. Si da il caso che più di trent’anni fa, passando per la stazione ferroviaria di Shibuya, nel cuore di Tokyo, Stacey incontra la piccola statua di un cane. È così che viene a conoscenza della storia unica di Hachiko, un’ Akita Inu che aspetto’ per quasi dieci anni un padrone che non poté tornare: “Incuriosita, riuscii a rintracciare l’anziano nipote di quest’uomo e così ebbe inizio un’insolita corrispondenza. Mio padre mi ha trasmesso il piacere della scrittura e un giorno cominciai, quasi per gioco, a scrivere la storia del cane leale, basandomi sui ricordi, condivisi in tante meravigliose lettere scritte a mano in giapponese. Il manoscritto e’ finito tra le mani di una casa editrice a Virginia, negli Stati Uniti, e il libro “Hachi & Friends”, il primo di una serie, e’ stato pubblicato quest’anno”.

Il primo si, perché Stacey sta già lavorando al secondo libro che speriamo di trovare presto nelle librerie. Inoltre, ci fa sapere che una parte del ricavato sarà donata a “Akita Rescue”, un’associazione che aiuta i cani meno fortunati. Il cognome con cui si firma nei suoi libri è un nome d’arte: Ormeron, in ricordo alla madre; un modo tutto suo per pensarla sempre. Il libro poi, si basa sulla storia del film “Hachikō” uscito qualche anno fa, ma tratta della vera storia con le persone che hanno conosciuto Hachi-kō nel Tokyo degli anni 20.

 

 

 

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