Il serpente della Corna Rossa e la sua boccia luminosa come una stella

Una volta sulla Corna Rossa, nel Comune di Zogno, viveva un serpente volante. La sua particolarità era una boccia che teneva in bocca, talmente luminosa da poter essere confusa addirittura con una stella.
12 Novembre 2019

Una volta sulla Corna Rossa, nel Comune di Zogno, viveva un serpente volante. La sua particolarità era una boccia che teneva in bocca, talmente luminosa da poter essere confusa addirittura con una stella. Sulla Corna Rossa, eletta a sua dimora, passava le sue giornate in una grotta dalla quale usciva esclusivamente dopo il tramonto, quando iniziava una serie di lunghi voli notturni: il suo passatempo preferito era volare giù dalla montagna a velocità inaudita, scorrazzando su e giù per la piana di Zogno ed esibendosi in acrobazie attorno al campanile della chiesa parrocchiale del paese.

Gli abitanti ne erano spaventati e fissavano con estrema apprensione le sue evoluzioni al riparo nelle quattro mura di casa. Quando scoccava la mezzanotte, la misteriosa creatura emetteva lunghi e fastidiosi sibili che terrorizzavano, se possibile, ancora di più gli zognesi. Con grande velocità si dirigeva quindi sul Canto Alto, dove vi restava per il resto della notte volando qua e là.

Alle prime luci dell'alba, quasi come fosse un rituale, scendeva nella Valle del Boér, posava su un sasso la sua boccia dorata e si immergeva, là dove il torrente formava un piccolo e limpido specchio d'acqua. Rinfrescatosi, tornava allora nella sua grotta sulla Corna Rossa in attesa della notte successiva. La sua boccia luminosa era certamente la cosa più curiosa di tutta quella vicenda, tanto da diventare il soggetto principale dei discorsi di paese. C'era chi attribuiva a quella boccia un inestimabile valore monetario, chi pensava avesse proprietà magiche o curative, ma nessuno aveva abbastanza coraggio per tentare di rubarla.

Nessuno tranne un ragazzo, un bulletto del paese, che decise un giorno di dar prova del suo coraggio. Si appostò nella notte là dove la creatura alata soleva fermarsi per il bagno e attese l'alba. Puntualmente, il serpente arrivò e posò la sua boccia sempre sulla stessa roccia. Il ragazzo allora, silenziosamente, si avvicinò al piccolo tesoro luminescente e fece per rubarla, ma avvenne l'impensabile: una volta poggiate le dita sulla sua superficie, si sentì pervadere da un grande calore, diventò tutto rosso e si irrigidì.

Così lo trovarono il giorno successivo gli abitanti del paese, che erano venuti a cercarlo non vedendolo tornare a casa, Fortunatamente per lui, si trattava di una paralisi leggera: nulla che le preghiere e le benedizioni del parroco del paese non potessero curare. Gli abitanti allora, stufi delle sue incursioni notturne, decisero di ergere sul Canto Alto una enorme croce e sulla sommità del campanile venne posta una statua raffigurante San Lorenzo con in mano la graticola, simbolo del suo martirio, e un fascio di verghe di salice.

E quello tanto bastò per allontanare la creatura del paese. Con il passare del tempo, il serpente volante cominciò a diradare le sue visite fino a quando, forse stanco e vecchio, sparì del tutto. Ma la vicenda non si concluse rose e fiori, anzi tutt'altro: il mostro lasciò una sgradita sorpresa agli abitanti, infestando il torrente della Valle del Boér di ogni tipo di creatura, dalle vipere agli scorpioni, ed inquinò le sue acque – a discapito dei contadini, che non vi portarono più il bestiame per dissetarsi. Fu solo molti anni dopo, in seguito alla bonifica della Valle, che tornò ad essere florida come prima e del serpente che per anni aveva terrorizzato tutto il paese non restò altri che il ricordo.

(Fonte immagini in evidenza: pesentigiuseppe.it | parrocchiazogno.it)

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