La famiglia Cornolti ed il mistero dei fuochi di Sant’Antonio

Quella dei Cornolti, tanto tempo fa, era una famiglia molto conosciuta a Poscante di Zogno per via della loro naturale inclinazione alla musica, al vino e al 'fare baldoria'. Uno strano fenomeno li costrinse però a porre fine alla vita di sregolatezze.
8 Gennaio 2021

Quella dei Cornolti, tanto tempo fa, era una famiglia molto conosciuta a Poscante di Zogno per via della loro naturale inclinazione alla musica, al vino e alla filosofia del “fare baldoria”. Non era raro, infatti, che i membri della casata si spostassero di frazione in frazione per festeggiare, portando con sé un asinello carico di una botte di vino e deliziando con i propri strumenti musicali – in particolare il “baghèt” o piva delle Alpi – i paesani, che nella festa trovavano la conclusione di una pesante e faticosa giornata di lavoro.

Un bel giorno però, i festaioli Cornolti furono costretti a porre fine a questa loro vita fatta di leggerezze. Una sera, infatti, erano partiti come soliti fare con il proprio asinello carico di vino, gli strumenti e una gran voglia di fare baldoria in direzione del Monte di Nese, per celebrare la festa di Sant'Antonio Abate. Una volt giunti però alla località della Forcella, laddove si scollina per scendere al versante opposto, scorsero da lontano imponenti fiamme che divampavano rischiarando il buio della notte L'incendio sembrava provenire proprio da Poscante e osservando meglio in lontananza, capirono che ad essere lambita dalle fiamme era proprio la loro dimora.

In preda al panico, l'ormai non più allegro gruppetto tornò di corsa verso Poscante, nel tentativo di spegnere le fiamme o almeno salvare il salvabile. Una volta arrivati in prossimità del paese, però, si resero conto che dell'incendio non vi era traccia. Tutto giaceva tranquillo e tutti si trovavano ormai a dormire. Stupiti e confusi tornarono perciò sui propri passi, ma una volta raggiunto il nodo di Forcella lo strano fenomeno si verificò nuovamente. Turbati da quanto stava accadendo loro, tornarono nuovamente indietro questa volta però entrando in casa a sincerarsi della salute dei parenti addormentati. Nuovamente risalirono controvoglia e nuovamente la loro casa parve come mangiata dalle fiamme.

L'ennesimo ritorno a Poscante fu meno precipitoso, più colmo di domande: di quale strano fenomeno si trattava? E perché accadeva proprio a loro? Pensa e ripensa, alla fine la famiglia trovò una possibile interpretazione a ciò che stava loro accadendo: i fuochi altri non erano se non il monito di Sant'Antonio a rimanere a casa e smettere di portare nei paesi vicini baldoria e festa. Quella sera stessa sancì l'era dei suonatori Cornolti, che votarono al Santo di porre fine alla loro attività per dedicare l'intera giornata della festa a lui dedicata ad onorarne la memoria. Da allora pare che nessun discendente di quella casata abbia mai rotto la promessa fatta molti anni addietro.

(Tratto da “Storie e leggende della Bergamasca” di Wanda Taufer e Tarcisio Bottani – Ferrari, Clusone, 2001 | Fonte immagine in evidenza: valbrembanaweb.com)

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