Paesi ieri & oggi – Zogno, da piccolo villaggio a ”capoluogo” della Val Brembana

Zogno è oggi uno dei Comuni della Valle Brembana più popolosi e ricchi di vita. La sua ascesa si è consolidata negli anni, attraversando epoche storiche.
27 Marzo 2019

“E te, bello di sole, verde, conca di Zogno,
dov'ebbi anch'io sussurri che a me ridir non so,
dove ogni siepe ha un pulpito, ogni sentiero un sogno,
e dove assorta e immobile l'acqua mi s'indugiò;
dai Ponti di Sedrina guardai l'ultima volta,
sparso di chiese candide, miraggio incantator,
[…]”
(Bortolo Belotti, I due fiumi)

Con queste parole, lo storico Bortolo Belotti, nativo del paese, descriveva Zogno, oggi uno dei Comuni della Valle Brembana più popolosi e ricchi di vita. La sua ascesa si è consolidata negli anni, attraversando epoche storiche che quella conca della media Valle ha vissuto sulla propria pelle e osservato con gli occhi della tradizione, che ancora resiste.

Il paese è diviso in nove frazioni: Stabello, Poscante, Grumello de' Zanchi, Endenna, Somendenna, Miragolo San Marco, Miragolo San Salvatore, Ambria e Spino al Brembo. Fra questi, Stabello, Poscante, Grumello de' Zanchi, Endenna, Somendenna e Spino al Brembo, fino al 1927 erano considerati Comuni a sé, prima di essere accorpati alla più estesa Zogno. È attualmente il paese con più abitanti della Valle Brembana, dati ISTAT alla mano conta 8.881 abitanti a novembre 2018. Oltre alle frazioni, fanno parte del comune anche le contrade Grimoldo (o Grimolto), Castegnone, Piazza Martina, Carubbo e Tiglio, oltre a numerose località, tra le quali spiccano Romacolo e Camanghè.

Il nome “Zogno” ha origine incerta: potrebbe derivare da un aggettivo in ogno da zov “giogo”, come a voler significare “il paese del valico”, oppure da un nome personale “Juvonius”, confermato dall'esistenza di un villaggio posto poco sopra, detto “Sumzogno”, ovvero “Summo Zogno”. Zogno ebbe la sua prima chiesa nel 1144, in origine dipendente da quella di Almenno. L'attuale chiesa di San Lorenzo è di origine quattrocentesca e sorge sulle rovine di quello che fu un castello medievale guelfo, distrutto dai Visconti prima di essere consegnato alla Repubblica Veneta.

Le notizie sulle origini di Zogno sono incerte come il suo nome, seppur recentemente sono stati ritrovati dei cimeli di epoca preistorica in una caverna chiamata “Büsa dell'Andrea”, testimoni della presenza di vita anche in quelle antichissime epoche. Non esiste però nessuna documentazione sul centro brembano in epoche etrusche, romane, longobarde, né tanto meno franche: le prime notizie della sua esistenza su carta risalgono infatti ad un atto del marzo 1102. A quel tempo, con molta probabilità, nel territorio di Zogno sussisteva un'economia di carattere montanaro, fatta di pascoli, mandrie, allevamento, agricoltura e boschi.

Con il progredire negli anni della vita economica e sociale, quegli “abitanti delle montagne” si sono – a poco a poco – avvicinati al centro della conca, facendo sorgere i primi gruppi di case, l'origine degli attuali comuni. In epoca comunale, il centro era ancora un piccolo villaggio, tuttavia nel 1220 all'interno di un atto si parla di un “console di Zogno”: segno che anche il comune rurale di Zogno si era costituito secondo le nuove istituzioni storiche dell'epoca, I suoi confini furono dichiarati però successivamente, nel 1304 quando il console Lanfranco fece scrivere una dichiarazione per determinarne i limiti e separarlo dalle vicine Brembilla e San Pellegrino, escludendo però quattro delle sue frazioni – rettificate poi nel 1353. In epoca signorile, il Comune entra a far parte dell'orbita di una nuova circoscrizione; l'allora piccolo centro, costituito per lo più da mandriani, cresceva sempre più in popolazione e importanza per la bassa Valle Brembana: per questo motivo, il nome di Zogno inizia a comparire sempre più spesso nei racconti di lotte fra fazioni, guelfi e ghibellini, che stavano spaccando in due la Valle.

La vita di allora era fatta di povertà, basata sulle misere possibilità di una economia soprattutto rurale. L'agricoltura, altrettanto povera, era scarsa e la gente del posto si sfamava con pochi cibi – come le castagne –, alcuni dei quali introdotti, fra cui il frumento e il miglio. L'attività industriale era inesistente e la popolazione zognese campava di filatura del lino e della lana, oltre alla produzione di panni in poche quantità, ma estremamente pregiati. Con l'avvento del dominio veneto, nel 1428 fu ordinato che in Val Brembana venisse istituito un nuovo vicario, con sede a Serina. Pare che Zogno, insofferente alla supremazia di Serina, chiese di poter avere un vicario proprio e così per troncare sul nascere ogni agitazione, il Senato Veneto istituì due vicariati in Valle Brembana: uno con il nome di “Valle Brembana superiore” con capoluogo a Serina e uno della “Valle Brembana inferiore” con capoluogo a Zogno. Così, il centro ottenne un notevole successo e potere, che lo fece avanzare nella gerarchia dei comuni della Valle, ma nonostante i suoi successi la popolazione non era molto numerosa: alla fine del Cinquecento, in una relazione, si legge che gli abitanti erano solamente 444.

Nei primi anni del Seicento, tempo di guerre, Zogno ebbe un'importanza notevole dal punto di vista miliare, soprattutto come posto di difesa. In quei tempi, venne anche realizzata la via Priula, che determinò un rinnovamento nell'economia della Valle, giovando particolarmente a Zogno – a danno di Serina. Fu poi il turno della peste del 1630: un evento tragico, anche se non è possibile indicare il numero dei morti a Zogno, mentre è chiaro che Somendenna ed Endenna furono quasi interamente preservate, Stabello si trasformò invece in un cimitero. Terminata la peste, il comune di Zogno riprese le sue attività, specialmente legate alla chiesa e alla parrocchia, oltre ad arricchirsi di opere d'arte che hanno fatto la storia bergamasca, rappresentata dai meravigliosi edifici zognesi che iniziarono a sorgere. La seconda metà del Settecento fu, invece, particolarmente travagliata e colpita da guerre, carestie ed epidemie che decimarono la popolazione zognese. Nel frattempo, il governo veneto cadde e si istituì la Repubblica Bergamasca: in quest'occasione, Zogno affermò la sua importanza, grazie anche alla divisione della Valle Brembana in due “cantoni”, uno dei quali governato proprio da Zogno che iniziò così a diventare il centro principale dell'intera Valle con una popolazione di circa 1300 abitanti.

Con l'istituzione del regno d'Italia nell'Ottocento, a Zogno fu dato un riconoscimento per la sua importanza e per la sua posizione morale conquistata dal patriottismo dei suoi abitanti: per questo motivo, il Comune fu designato come capoluogo di mandamento con sede di pretura e capoluogo di collegio politico. La vita zognese era quella di un centro operoso, ordinato e vivace – seppur animato da piccole rivalità con i paesi vicini – con le sue sagre ed i suoi eventi, che sono divenute ora delle tradizioni. Verso la fine del secolo, Zogno si arricchì di nuove istituzioni e opere pubbliche, fra cui l'Asilo Infantile Cavagnis fondato nel 1882, ed abbellimenti della chiesa parrocchiale. Anche negli anni 90 fu tempo di costruzioni, specialmente delle scuole, degli edifici pubblici e delle case private, che iniziano ad avere architetture più moderne.

FRAZIONI E VIABILITÀ – Le vie di comunicazione, negli anni del 1100 – 1200, erano perlopiù sentieri che costeggiavano il fiume Brembo, ma esisteva al tempo anche una mulattiera che collegava Zogno a Bergamo e che oggi corrisponde alla strada che congiunge Stabello a Sedrina, unita al Comune per mezzo del “ponte di Zogno”, che altro non è che l'attuale Ponte di Sedrina. Anche verso San Pellegrino esisteva una strada che, dopo aver attraversato l'attuale località “Foppa”, toccava la località “Tre Fontane”, “Tiolo dentro” e “Tiolo fuori”, prima di risalire per la Valle. Esisteva anche la strada del Monte Nese, che dalla conca di Zogno proseguiva verso Bergamo: per accedervi esistevano dei ponti che oggi vivono solamente nelle documentazioni dell'epoca. Importantissima è stata la costruzione della “Strada Priula” in epoca veneziana, così chiamata dal podestà Alvise Priuli, che portò grande giovamento all'intera Valle. Questa nuova via, autorizzata nel 1592, sarebbe servita a migliorare le comunicazioni con la vicina Valtellina e di conseguenza con i Grigioni. Al culmine della strada, al Passo San Marco, fu costruita anche una cantoniera che ancora esiste tutt'oggi. Nel 1907 venne aperta al traffico fino a San Giovanni la linea ferroviaria della Valle Brembana, passando anche per Zogno.

La comunità di Spino al Brembo è legata da sempre a quella di Zogno; nel 1400 fu costruita la sua chiesa, rendendosi così autonoma. I capi di famiglia di Spino, nel 1305, decisero di costruire il Ponte di Ambria, mentre il primo vero collegamento carrozzabile con la vicina frazione si è visto solamente nel 1964. Ad Endenna, invece, la prima chiesa fu costruita ben prima, nel 1022: il piccolo borgo è diviso in ulteriori frazioni, come quella di Malpasso, Acquada, Braccamulino e Romacolo. La strada che conduce, attualmente, ad Endenna è di costruzione recente e risale al 1958. Somendenna fu dipendente da Endenna già dal 1100, da cui si stacco nel '400. Sui suoi pendii, le case mantengono ancora la disposizione originaria indicando quella che era la suddivisione delle proprietà. La sua strada è stata costruita nel 1964.

Miragolo S. Marco e Miragolo S. Salvatore, due frazioni meravigliose in cui le distese di prati la fanno da padrone, esempio antico di socialità fra abitanti. Di notevole importanza anche la casa dei Gritti, che ancora resiste: questa famiglia era infatti nota per i loro orologi, chiamati “Opus Miràguli”. A Grumello de' Zanchi, invece, la prima chiesa fu costruita nel 1453, ma in paese esistono altri esempi di meravigliose costruzioni antiche. La strada di Grumello è stata realizzata nel 1966. Poscante pare essere di origini molto antiche: punto di passaggio per la strada che scendeva dall'alta Valle, da qui si poteva raggiungere la città tramite la strada del Monte Nese. A Stabello, la chiesa risale al 1422, sebbene una croce di pietra all'ingresso indichi origini più datate. Il suo nome deriva da “Stabulum”, ritenuto essere originario romano. Nel 1484, Stabello si ricostituì comune autonomo, rimanendo tale fino alla sua aggregazione con Zogno del 1927.


(Fonte immagine in bianco e nero: storylab.it)

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