Anche quest’estate, la provincia di Bergamo dovrà fare i conti con una pesante riduzione del servizio postale. Dalla prima settimana di luglio fino a fine agosto, Poste Italiane ha previsto chiusure totali o parziali in numerosi sportelli, sia in città che in provincia.
Secondo i dati raccolti da SLC CGIL, saranno 32 gli uffici postali coinvolti tra Filiale 1 (città, Isola bergamasca e pianura) e Filiale 2 (valli Brembana e Seriana). Complessivamente, si contano 541 giornate di servizio in meno sul territorio.
“È una situazione che conosciamo fin troppo bene – commenta Alessandro Esposito, SLC CGIL Bergamo –. Ogni estate si ripete la stessa dinamica: una riduzione dei servizi, in parte giustificata dal calo dell’utenza, ma che riflette soprattutto una carenza cronica di personale che l’azienda non affronta in modo strutturale. A queste chiusure si sommano quelle dovute ai cantieri del Progetto Polis, che rendono ancora più difficile garantire una presenza capillare sul territorio.”
Il problema riguarda anche il recapito, dove le assenze estive vengono coperte solo parzialmente con contratti a termine. “Si creano difficoltà evidenti – prosegue Esposito –. I lavoratori meno esperti spesso non conoscono il territorio e questo si ripercuote sulla qualità del servizio e sul carico di lavoro dei colleghi già in organico.”
Le criticità si concentrano soprattutto nei piccoli comuni montani e nelle periferie, dove l’ufficio postale è spesso l’unico presidio pubblico. Ma la SLC CGIL denuncia anche le condizioni operative del personale, soggetto a trasferimenti temporanei e riorganizzazioni improvvise, spesso senza un confronto con le rappresentanze sindacali.
“Servono assunzioni vere, non soluzioni temporanee – conclude Esposito –. Senza un cambio di passo, il rischio è che Poste Italiane perda la sua funzione pubblica in territori che avrebbero invece bisogno di presidi stabili e accessibili.”