A casa fino al 3 maggio, ma non tutti: il 14 aprile riaprono librerie, via libera ai boscaioli

Bisognerà attendere i primi di maggio, dopo la festa dei lavoratori, per poter (forse) mettere di nuovo piede fuori casa. È quanto espresso dal nuovo Dpcm, che dovrebbe essere firmato dal premier Giuseppe Conte nella giornata di oggi.
10 Aprile 2020

Bisognerà attendere i primi di maggio, dopo la festa dei lavoratori, per poter (forse) mettere di nuovo piede fuori casa. È quanto espresso dal nuovo Dpcm, che dovrebbe essere firmato dal premier Giuseppe Conte nella giornata di oggi: lockdown da coronavirus prorogato, fino al 3 maggio. Decisione presa insieme al Ministro della Salute Roberto Speranza e agli scienziati del Comitato tecnico scientifico (Cts), che hanno consegnato una relazione di 5 pagine sulle scelte giuste da attuare. La paura di Conte è il rischio di una “seconda ondata” di contagi. “Il Governo ha le idee chiare: dobbiamo mettere in sicurezza la salute degli italiani – sono le parole del premier Conte – Con la salute a rischio, non c'è economia”.

Non ci sono ora le condizioni per ripartire” ha ammesso il presidente del Consiglio, in videoconferenza ieri con sindacati ed imprese. I contagi rallentano, sì, ma non abbastanza da consentire una ripresa immediata del paese. E riaprire ad aprile potrebbe invitare a festeggiare ben due ponti – quello del 25 aprile e del 1 maggio – con un rischio troppo alto di un nuovo contagio di massa. Altre settimane di stop quindi e controlli potenziati, in particolare per individuare i furbetti delle seconde case oppure chi si mette in viaggio durante i ponti festivi, sperando di eludere i controlli.

Alcune attività, comunque, potrebbero riprendere dopo Pasquetta. Saranno quelle a livello di rischio considerato “basso”, come le cartolibrerie e qualche produzione legata alla fiera agroalimentare o sanitaria. Via libera anche ai boscaioli, fra le categorie meno a rischio. Il rapporto del Cts, infatti, ha evidenziato tre livelli di rischio per le diverse attività, da basso a alto.

Si parla di rischio alto per ristoranti, bar, dentisti, parrucchieri, personale scolastico e tutte quelle attività con vicinanza fisica, rischio medio per uffici e fabbriche (dove dovranno essere garantiti protocolli di sicurezza), ed infine rischio basso per attività legali, di contabilità, assicurative, fabbricazione mobili, attività immobiliari, consulenze aziendali, riparazioni di materiale elettronico, l'industria delle bevande e le coltivazioni.

Non tutti, comunque, sono d'accordo con il nuovo Dcpm. “Se aspettiamo il rischio zero, dobbiamo tenere chiuso fino a che non arriva il vaccino, non apriamo più, nemmeno il 4 maggio” sono le parole dure della renziana Teresa Bellanova, al vertice con i capi dei partiti. “Invece dobbiamo pensare a un calendario progressivo di riaperture, in base ai dati epidemiologici territorio per territorio e alla capacità delle aziende di garantire la sicurezza e distanziamento sociale”. Una discussione aspra e tesa, che si scontra invece con il pressing dei sindacati: approvata da loro la proroga, senza forzature. “La sicurezza è essenziale – ha affermato Landini – Bisogna attrezzare il Paese a una road map per aprire in futuro”.

(Fonte: La Stampa)

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