Alzabandiera e niente smartphone: giovani alpini in Campo ad Almenno SB e Cusio

A giugno e luglio prenderanno il via i Campi Scuola Alpini di Almenno San Bartolomeo, al suo nono anno, e di Cusio, con la primissima edizione in Valle Brembana.
13 Giugno 2019

Le scuole sono, ormai, terminate per la maggior parte dei nostri ragazzi, sebbene in moltissimi saranno alle prese con gli esami di terza media o con la più temuta Maturità. Tutto pronto per l'estate, dunque, ma non solo: a prepararsi sono anche gli Alpini di Almenno San Bartolomeo e di Cusio, che quest'anno ospiteranno i propri Campi Scuola Alpini.

Se il primo è più 'veterano' (questo è il suo nono anno – ed è anche il primo e il più grande d'Italia), il secondo, invece, è proprio nuovo di zecca e apre le sue porte ai ragazzi dai 9 ai 15 anni per la prima volta quest'anno, dal 28 al 30 giugno, diventando così il primissimo Campo Scuola dell'intera Valle Brembana.

Ad organizzare questa prima edizione sono il Gruppo Alpini di Cusio con il suo capogruppo Delio Paleni, in collaborazione con i Gruppi di Ornica, Santa Brigida, Averara e Olmo al Brembo e con la supervisione di Hans Quarteroni, Coordinatore Alpini Alta Valle Brembana e Matteo Brumana, consigliere della Sezione di Bergamo. Un team eccellente, che accompagnerà i ragazzi in un'esperienza di tre giorni per emulare la 'naja', ovvero il servizio militare di leva, per imparare sul campo i valori fondamentali degli Alpini come fare squadra, l'importanza della solidarietà e la conoscenza del proprio territorio e di ciò che offre.

Un Campo più rodato è, invece, quello di Almenno San Bartolomeo – quest'anno dal 12 al 28 luglio –, che porta sulle sue spalle già qualche primato“Siamo i primi, i più grossi, i più grandi ed i più numerosi” scherza Mauro Guazzato, coordinatore della Protezione Civile di Almenno San Bartolomeo . In effetti, i numeri parlano chiaro: l'esperienza valdimagnina già conta fra le sue file una vera e propria ondata di bambini e ragazzini ogni estate, che lo scorso anno ha toccato addirittura i 470 ragazzi su tre turni di Campo, provenienti da 64 Comuni della bergamasca, 7 province della Lombardia e 2 dal Veneto, nonostante il 30% provenga comunque dalle scuole di Almenno.

L'esperienza è divisa in tre settimane: i bimbi della terza elementare restano solo due giorni, quarta e quinta elementare stanno la prima settimana, mentre ai ragazzi di prima e seconda media è affidata la terza settimana. I più grandicelli di terza media, invece, dividono i loro 7 giorni nel turno delle elementari. “Quello per la terza media è un nuovo corso – aggiunge Guazzato – che abbiamo introdotto lo scorso anno. Ha avuto un ottimo successo, con più di 50 ragazzi partecipanti”.

Curioso è il venerdì “delle grandi manovre”, in cui i ragazzi delle medie simulano che il Campo sia un paese colpito da un terremoto, impersonando quindi figure come pompieri, carabinieri, protezione civile e 112 e organizzandosi in completa autonomia per compiere al meglio le azioni di emergenza necessarie, come comunicazione radio, salvataggio dei dispersi, incendi boschivi, campo base di accoglienza e ospedale da campo. “Noi abbiamo supervisionato e basta – spiega Guazzato – Abbiamo chiamato anche i sindaci dei quattordici paesi, che hanno visto in prima persona cosa devono fare nel caso in cui succeda qualcosa. Hanno reagito tutti molto bene e ai ragazzi è piaciutoOvviamente non manca la nostalgia di casa, e dello smartphone, mentre più apprezzati sono i 'ranci', anche se l'unica cosa che non è andata di moda sono i fagioli”, scherza Guazzato..

Ma il Campo Scuola non è una semplice 'mini-naja', è molto di più: dopo la terza media, moltissimi ragazzi decidono di tornare, diventando dei capisquadra per i più piccoli gli anni successivi. E c'è anche chi è rimasto, diventando istruttore ed entrando a far parte della protezione civile in pianta stabile. “La vocazione del campo scuola non è quella dello scoutismo, che è solo una parte per insegnare loro a stare nella natura, ma è in gran parte una missione verso la protezione civile – conclude Guazzato – È portarli verso la vocazione del volontariato, per sensibilizzarli. Ed è questo il risultato che stiamo ottenendo con i più 'veterani', che sono ormai uomini e donne, entrati a far parte della protezione civile alpina del nostro gruppo. Quello che distingue il nostro campo dagli altri è che noi li prendiamo dalla terza elementare e cerchiamo in tutti i modi di tenerceli fino alla terza media, per inculcargli il più possibile questa mentalità di aiuto verso il prossimo, il più debole, con disciplina e regole anche un po' militari”.

(Fonte immagine in evidenza: PiErre Foto www.piorota.it via Facebook)

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