Ci sono tecnici che allenano e basta, e poi ci sono persone come Carlo Rinaldi che – nonostante le faticose ripetute sui 100 metri al centro sportivo a Camanghé di Zogno, (con addosso il giubbotto di zavorra o il copertone pieno di sacchi da trainare in pista) – ti entrano nel cuore e non te li dimentichi più, nemmeno se l'atletica ormai la vedi solo in tv. Perché se ad allenarti è stato Carlo allora questo sport ti è entrato dentro in un modo “diverso”, più ruvido e genuino, in un modo che non se ne andrà mai più.
Carlo Rinaldi, storico allenatore dell'Atletica Valle Brembana, è scomparso il 6 luglio all'età di 79 anni, dopo aver lottato per anni contro una brutta malattia. Carlo lo ricordano tutti allo stesso modo: un uomo buono, semplice e dai modi sempre gentili (era rarissimo non trovarlo sorridente). Zognese doc, nativo della antica Contrada di Foppa, ex dipendente di Sip (poi Telecom) da tempo in pensione, ha sempre dato tutto se stesso per uno dei più grandi amori della sua vita: l'atletica.
Anche la passione per la montagna era fortissima (faceva anche parte del Cai Zogno), probabilmente pari a quella per l'atletica leggera. Carlo era uno sportivo sui generis, ricorda il presidente dell'Atletica Valle Brembana, Roberto Ferrari: “Carlo amava la montagna, le gare sulla lunga distanza come la 100km del Passatore (100 km Firenze-Faenza ndr) che faceva spesso, l'arrampicata, la corsa campestre e, ovviamente, aveva una fortissima attitudine nell'allenare i suoi ragazzi, con quali ha anche ottenuto risultati importanti sulla velocità”. Su tutti sicuramente degno di nota l'exploit ai campionati italiani allievi nel 2000, dove il suo atleta Paolo Zani ha vinto l'oro sui 400m. L'anno prima, ai campionati italiani di Clusone, è arrivata la medaglia di bronzo nella staffetta 4×400, vinta da quattro velocisti dell'Atletica Valle Brembana tutti allenati da lui (Zani, Sortino, Forcella e Morlini).
Figura di riferimento per lo sport brembano, la sua avventura nel mondo dell'atletica è cominciata nei primi anni '80 nell'US Endenna, dove era consigliere. Successivamente, nel 1984, è passato al Gruppo Sportivo Monte Zogno, dove anche qui era consigliere e allenatore. Poi, nel 1991, è stato uno dei maggiori sostenitori della fusione tra Monte di Zogno e altre realtà di atletica della valle, da cui è nata l'attuale Atletica Valle Brembana, di cui è stato consigliere fino all'ultimo giorno e allenatore per oltre 20 anni.
Una vita sulla pista di Camanghé ad allenare i suoi ragazzi, sempre pronto ad accompagnarli con la sua fedele macchina fotografica, sia che fosse la “garetta” scolastica che il campionato nazionale. Carlo era così: quando faceva una cosa dava tutto se stesso, come racconta un commosso Ferrari: “Nonostante i problemi di salute, l'anno scorso era ancora presente alla Corrida di Zogno a dare il suo contributo. Faceva quello che poteva, ma lui c'era. Voleva esserci sempre”.
Buono sì, ma il Carlo allenatore era pur sempre un tecnico irreprensibile. “Carlo era un buono, sempre molto pacato nei suoi modi ma sul campo di allenamento – prosegue Ferrari – pretendeva sempre il massimo, ed era precisissimo. È stato praticamente il nostro primo allenatore, e in valle ha allenato generazioni di atleti. Era un punto fisso per noi. Non c'è un ragazzo che ha allenato che non abbia un ricordo positivo di lui. Ha dato molto anche nel sociale, prendendo in affido diversi ragazzini”.
Un uomo che allo sport ha dato tanto, e che lo ha praticato fino a quando le forze glielo hanno permesso. Fino all'ultimo ha sempre fatto sport. “Ultimamente – racconta Ferrari – non riusciva più a camminare, allora inforcava la bici e faceva la ciclabile della Valle Brembana. Praticare sport era la sua vita. Come Atletica Valle Brembana lo ricorderemo sicuramente con un evento, un premio o una targa a suo nome, che riproporremo ogni anno”.